
NAPOLI – Le strade e le piazze del capoluogo partenopeo si sono trasformate in un unico, vasto stadio a cielo aperto nella notte in cui il Napoli ha sollevato il tricolore. Dalle luci calde dei Quartieri Spagnoli fino alle vetrine scintillanti di via Toledo, il popolo azzurro ha invaso vie, piazze e monumenti, sfidando il caldo di maggio e il sonno per celebrare la vittoria del campionato.
Festeggiamenti epocali durati tutta la notte
Il cuore pulsante della festa si è irradiato da piazza del Plebiscito, gremita come non mai, per spostarsi in massa verso piazza Trieste e Trento, dove la celebre Fontana del Carciofo è stata presa d’assalto. Nonostante le transenne del Comune, i tifosi hanno divelto le barriere, conquistando i livelli della struttura per intonare cori, sventolare bandiere e accendere fumogeni color azzurro. Sullo sfondo la facciata barocca di San Carlo e la Galleria Umberto I, che per qualche ora si sono fuse con il boato dei clacson e lo scoppio dei fuochi d’artificio.

Lungo tutto il percorso, la polizia municipale ha delimitato le aree più critiche, in particolare piazza Bovio, dove la folla ha raggiunto densità tali da rendere necessaria una cerchia di sicurezza per evitare schiacciamenti. Gli “health point” allestiti per prestare i primi soccorsi hanno soccorso oltre 120 feriti – prevalentemente per contusioni, distorsioni e colpi di calore – ma nessuno versa in condizioni gravi. Soltanto qualche ragazzino spaventato da un petardo fuori misura e turisti travolti dall’onda umana, tutti accompagnati con cura verso il pronto soccorso mobile o trasportati in ospedale per controlli.

La festa si è protratta fino all’alba, con brindisi collettivi e “abbracci mondiali”: fianco a fianco con i napoletani, molti visitatori hanno indossato per un giorno le maglie azzurre, quelle dell’Argentina o persino del Boca Juniors, in omaggio al mito di Maradona. Gruppi di amici si sono dati appuntamento sui balconi per lanciare guanti da portiere, pali da bandiera e persino calci da rigore simbolici sull’asfalto.
Dietro il sorriso e gli abbracci, resta il monito delle autorità cittadine: l’amore per la squadra deve andare di pari passo con il rispetto dei monumenti e della sicurezza pubblica. Ma per una notte Napoli ha voluto concedersi il lusso di sospendere il tempo, trasformando le sue vie in un’onda azzurra che, tra cori e fiamme colorate, ha gridato al mondo: “Scudetto è!”