
L’aria era ancora tiepida di un pomeriggio d’estate quando, 18 anni da poco compiuti, aveva infilato il casco e acceso la sua motocicletta di grossa cilindrata. Le curve della Statale 45 della Valtrebbia erano per lui il brivido più puro: una danza di asfalto e panorami verdi, il rombo del motore come colonna sonora dei suoi sogni di libertà. Quel giorno, però, il destino ha scelto di interrompere la sua corsa nel modo più tragico.
Il ragazzo stava rientrando verso casa, in sella alla sua fedele compagna d’avventure, quando all’improvviso – forse un’imperizia, forse un’imprevisto sull’asfalto – ha perso il controllo. In una frazione di secondo la moto si è avvicinata pericolosamente al guardrail, ha strisciato lungo il metallo e infine ha ceduto allo schianto. Nessuna possibilità di scampo: è caduto violentemente e ha perso la vita sul colpo.
Sul luogo dell’incidente, pochi minuti dopo, sono arrivati i soccorritori del 118, seguiti dall’ambulanza e dall’elisoccorso, ma per il giovane non c’era ormai più nulla da fare. I carabinieri hanno transennato la carreggiata, raccogliendo i primi rilievi e ascoltando le testimonianze di altri motociclisti e automobilisti che avevano assistito alla scena.
La Statale 45, con i suoi tornanti stretti tra le colline e il Ticino, è da sempre meta ambita da chi cerca l’ebbrezza della guida. Ma quella stessa strada, che regala scorci mozzafiato, può trasformarsi in una trappola letale in un battito di ciglia. La comunità della Valtrebbia si è stretta attorno alla famiglia del ragazzo, scossa dall’improvvisa scomparsa di un ragazzo che aveva davanti a sé tutta la vita.
Le autorità hanno avviato gli accertamenti per stabilire con esattezza le cause dell’incidente: usura del manto stradale, velocità o altri fattori saranno esaminati nelle prossime ore. Intanto, nel silenzio che segue ogni tragedia, rimane il rombo sospeso di un motore spento troppo presto e il ricordo di un giovane che inseguiva la libertà lungo le curve di una valle.