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Elisa Spadavecchia travolta da una ruspa a Cervia, il marito: “Non rispondeva e l’ho localizzata col telefono, una scena straziante”

Pubblicato: 27/05/2025 09:07
Elisa Spadavecchia ruspa marito

Una vacanza in Romagna, la routine di una passeggiata mattutina, e poi l’orrore. A Pinarella di Cervia, una donna di 66 anni, Elisa Spadavecchia, è stata travolta e uccisa da una ruspa guidata da un uomo senza patente e con precedenti per omicidio stradale. Un episodio che scuote profondamente l’opinione pubblica e lascia dietro di sé una scia di dolore incancellabile, raccontata in queste ore dal marito, Giovanni Sfregola, ex comandante dei carabinieri di Vicenza.
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La passeggiata, poi il silenzio

Era una mattina come tante, quella in cui Elisa ha deciso di uscire per camminare sulla spiaggia. Una consuetudine che si ripeteva durante ogni vacanza, condivisa con il marito Giovanni, in soggiorno con lei in un hotel della zona. Ma quel sabato, Elisa non è più tornata. Non rispondeva al telefono. Allora, preoccupato, Giovanni Sfregola ha deciso di localizzare il cellulare della moglie e si è fatto accompagnare nel punto in cui il segnale si fermava. Lì ha trovato i carabinieri, ma non ha potuto vedere il corpo.

“Non me l’hanno fatta vedere e hanno fatto bene – ha raccontato – non avrei visto mia moglie, ma quel che resta di un corpo finito sotto i cingoli di una ruspa”. Una scena che, secondo quanto riferito, ha sconvolto anche il bagnino testimone dell’incidente, finito in ospedale per il forte shock.

Il conducente senza patente e con precedenti

Secondo quanto emerso finora, la ruspa che ha ucciso Elisa era guidata da un uomo privo di abilitazione, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati alla droga e per un omicidio stradale. Eppure, in un sabato mattina qualunque, stava manovrando un mezzo pesante in spiaggia, senza alcuna apparente supervisione.

“Ho letto tutto sui giornali – ha dichiarato Sfregola – abbiamo saputo che quell’uomo non aveva la patente, aveva un precedente specifico ed era dedito alla droga. Eppure, era lì a stritolare esseri umani con una ruspa di non so quante tonnellate”. Una denuncia amara, ma lucidissima, che mette a nudo un sistema in cui i controlli sembrano assenti e in cui, come afferma Giovanni, “chiunque può fare tutto ciò che vuole”.

Un dolore che non trova parole

L’ex carabiniere, oggi in congedo dopo 40 anni di servizio, è abituato a gestire il dolore altrui, ma non il proprio. “Mi sono occupato di cronaca per tutta la vita, ho visto decine e decine di vittime di omicidi. Ma questo è diverso. Questo è mia moglie”. Una perdita insostenibile, che lo lascia senza più nulla, se non un vuoto che “ti cammina dentro”.

Elisa Spadavecchia non era solo sua moglie. Era la sua compagna di vita, con cui condivideva tutto, comprese le vacanze a Cervia, spesso in compagnia di un gruppo di amici. La coppia aveva appena accolto un nipotino di tre mesi, una nuova gioia che ora convive con un dolore smisurato. “Eravamo felicissimi – racconta Giovanni – ora invece per noi è solo un mare di dolore. Qualcosa di devastante”.

Una tragedia che grida giustizia

La vicenda di Pinarella di Cervia pone interrogativi profondi e urgenti. Com’è possibile che un uomo con precedenti penali e senza abilitazione alla guida possa condurre un mezzo meccanico di tale potenza in una zona frequentata da bagnanti e cittadini? Chi doveva vigilare? Quali responsabilità verranno accertate?

Mentre le indagini proseguono, resta il racconto straziante di un uomo che ha perso “la cosa più preziosa che aveva”. Non cerca vendetta, ma chiede che questa tragedia non venga archiviata come una fatalità. E che qualcuno, stavolta, paghi davvero.

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