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Orsini al vetriolo contro Calenda: “Ha chiesto alla mia università di licenziarmi, mi scuso con il senatore, ho famiglia”

Pubblicato: 27/05/2025 10:56
Orsini Calenda università licenziarmi

È solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di battibecchi pubblici tra Alessandro Orsini e Carlo Calenda. Questa volta al centro della polemica c’è il tour organizzato dal leader di Azione nelle università italiane, definito come un «roadshow nazionale» per incontrare i giovani e «parlare di politica e attualità». Le tappe, già iniziate con gli appuntamenti di Bergamo e Milano, culmineranno lunedì 26 maggio all’università La Sapienza di Roma.
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Un’iniziativa che ha attirato subito le critiche taglienti di Orsini, docente della Luiss e volto noto del dibattito pubblico, soprattutto per le sue controverse posizioni in materia di geopolitica. Su X, l’ex Twitter, Orsini ha affidato a un post il suo attacco: «L’uomo nasce dal fango, Azione dalla melma», una frase che ha rapidamente scatenato la reazione dell’ex ministro e attuale senatore.

Calenda risponde e coinvolge La Sapienza

A stretto giro è arrivata la replica di Calenda, che ha rilanciato pubblicamente il post taggando proprio l’università La Sapienza, dove si terrà l’evento incriminato e dove Orsini insegna. «Ritenete normale tutto ciò?», ha scritto il leader di Azione, lasciando intendere un richiamo alla responsabilità istituzionale da parte del docente universitario.

Il post ha rapidamente guadagnato visibilità, diventando virale sui social e alimentando la discussione tra gli utenti. Alcuni hanno criticato la durezza delle parole di Orsini, altri hanno difeso la libertà di espressione. Nel mezzo, una presa di distanza ufficiale da parte della Luiss, l’ateneo privato dove Orsini è docente. In una nota inviata a Open, l’università ha voluto precisare che «è del tutto estranea e si dissocia rispetto a quanto Orsini scrive a titolo puramente personale». Orsini replica a sua volta con un altro post, denunciando la richiesta di Calenda di farlo licenziare.

Ironia, sarcasmo e guerra in Ucraina

Non è la prima volta che i due protagonisti dello scontro si trovano ai ferri corti. Le divergenze ideologiche e i toni spesso sopra le righe hanno alimentato in passato una narrazione fatta di reciproche accuse, soprattutto in merito alla guerra in Ucraina, un tema sul quale Orsini ha assunto posizioni duramente criticate da Calenda.

Nel caso specifico, Orsini ha scelto la via dell’ironia graffiante, pubblicando un post in cui descrive Calenda in modo caricaturale durante il suo intervento universitario: «Carlo Calenda è invitato all’Università per esporre la sua visione geopolitica della guerra in Ucraina. Prende il microfono e fa un rutto». Il professore prosegue nella satira: «Gli studenti protestano: “Ma noi ci aspettavamo qualcosa di più!” Calenda fa due rutti. Gli studenti insorgono: “Questo livello culturale è ributtante!” Calenda fa tre rutti. Però li fa in inglese. I giornali titolano: “Calenda parla della guerra in Ucraina all’Università, ma non insulta nessuno e non dice parolacce”».

Il post si chiude con la frase già finita nel mirino della polemica: «In effetti è una notizia. L’uomo nasce dal fango. Azione dalla melma». Un’affermazione che ha riacceso il dibattito pubblico non solo tra i due protagonisti, ma anche tra chi osserva con preoccupazione l’uso dei social da parte di figure accademiche e politiche.

Il ruolo delle università nella polemica

La vicenda pone anche un interrogativo più ampio sul ruolo degli atenei in quanto spazi di discussione pubblica e confronto democratico. La neutralità istituzionale rivendicata dalla Luiss rappresenta un tentativo di disinnescare ogni lettura politica o faziosa, ma la presenza di figure pubbliche così divisive nei luoghi della formazione resta un tema sensibile.

Aumentano le pressioni affinché le università italiane mantengano un equilibrio tra libertà accademica e responsabilità del linguaggio. Mentre Calenda prosegue con il suo tour, il caso Orsini solleva nuove riflessioni sull’etica della comunicazione nel contesto universitario e su quanto i social, ormai, condizionino il dibattito tra docenti e politici.

Uno scontro destinato a continuare

L’impressione è che quello tra Orsini e Calenda non sia che un nuovo episodio di una disputa destinata a rinnovarsi, in particolare nei momenti in cui attualità politica e università si incontrano. Il tono resta acceso, le parole taglienti, e il terreno di scontro si conferma ancora una volta il web.

Il confine tra satira, provocazione e attacco personale diventa sempre più labile, mentre il pubblico assiste, commenta e amplifica ogni parola. In un tempo in cui la visibilità digitale è cruciale, anche il confronto tra un docente universitario e un leader politico diventa inevitabilmente spettacolo mediatico.

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