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“Solo rispostacce, collerica!”. Il colpo basso di Augias contro la Meloni

Pubblicato: 28/05/2025 13:02
Augias Meloni Dimartedì rispostacce

Nuova critica pubblica alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, questa volta da uno dei volti storici del giornalismo italiano, Corrado Augias, intervenuto nel corso della trasmissione “Dimartedì”, il talk politico condotto da Giovanni Floris su La7, emittente di proprietà di Urbano Cairo. Nel salotto televisivo di prima serata, lo scrittore e conduttore de “La Torre di Babele” ha duramente attaccato la premier, accusandola di evitare il confronto diretto con la stampa e di sottrarsi alle domande scomode.
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Il paragone con gli Stati Uniti

Il dibattito prende avvio da una riflessione proposta da Giovanni Floris, che mostra al pubblico una serie di estratti dalle conferenze stampa alla Casa Bianca durante l’amministrazione Trump. Le clip evidenziano un tono eccessivamente arrendevole da parte di alcuni giornalisti americani, i cui interventi si trasformano spesso in battute o commenti quasi servili. Tra i casi citati, quello di una cronista che ironizza dicendo: “Le deportazioni in Florida stanno funzionando, i miei autisti di Uber finalmente parlano di nuovo inglese, vi ringrazio”. Un altro giornalista si chiede con stupore: “Perché Trump parla con persone come Terry Moran della ABC, qual è la logica di premiare persone che hanno espresso con molta veemenza il loro sdegno per lui?”

La provocazione lanciata da Floris è chiara: può esistere un giornalismo critico anche nei confronti dei potenti, o la tendenza all’accondiscendenza è diventata la norma?

Augias: “Meloni ha tagliato il contatto con la stampa”

Alla richiesta di un confronto con la realtà italiana, Corrado Augias non si tira indietro. Con il suo tono pacato ma tagliente, risponde: “Quella roba lì americana è ridicola, servile, fa pena, ma la cosa della Meloni di non voler incontrare la stampa e non voler rispondere alle domande scomode è una cosa allarmante. Le domande scomode possono, anzi devono esserci, perché la stampa sta lì apposta.”

Secondo Augias, è dovere di ogni rappresentante delle istituzioni confrontarsi apertamente con i mezzi di informazione, accettando il dissenso e gestendo le critiche. Prosegue infatti: “È dovere di ogni alto funzionario pubblico e di governo rispondere alla stampa, quale che sia la domanda, nei limiti ovviamente della correttezza.”

La denuncia è chiara: Giorgia Meloni eviterebbe il confronto diretto, temendo di perdere il controllo in pubblico. Augias approfondisce: “Lei non lo fa, perché ha un carattere un po’ collerico, tende a perdere la calma e a dare delle rispostacce facendo brutta figura. Allora come ha risolto il problema? Tagliando il contatto con la stampa.”

Il nodo del rapporto tra potere e informazione

Le parole di Augias rilanciano un tema centrale nella democrazia contemporanea: il rapporto tra potere politico e informazione libera. In una fase in cui la comunicazione istituzionale si affida sempre più ai canali diretti – dai social network ai video registrati – il rischio, secondo molti osservatori, è quello di aggirare il confronto reale con i giornalisti, preferendo la gestione unilaterale della narrazione pubblica.

Il passaggio televisivo ha sollevato nuove polemiche sulla trasparenza dell’azione di governo e sulla tenuta del pluralismo dell’informazione, soprattutto in un momento storico in cui la fiducia dei cittadini nei media è messa a dura prova.

La riflessione di Augias su Giorgia Meloni si inserisce così in un contesto più ampio, dove l’autonomia del giornalismo e la responsabilità della classe dirigente sono al centro di un confronto sempre più acceso. Il monito, in definitiva, è semplice: un premier che non accetta il contraddittorio rischia di indebolire il tessuto democratico di un’intera nazione.

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