
Una lunga carriera, la fede, la dieta per arrivare fino a 90 anni. Ma anche una riflessione sui tempi che corrono e sulle due leader politiche italiane, Giorgia Meloni ed Elly Schlein. In occasione del suo compleanno, Corrado Augias si è confessato alle pagine del Corriere della Sera. Chiarendo innanzitutto: «Mangio poco, bevo poco, faccio un po’ di ginnastica, il giusto. Il Dio del Catechismo è una favola per bambini. L’aldilà non esiste. Non mi fa paura la morte, ma il morire»
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«Il fascismo oggi può tornare? Io non ci credo – ha spiegato Augias – Ma sono convinto che la democrazia, almeno per come l’abbiamo conosciuta dal 1945 a oggi, cambierà. Anzi, sta già cambiando, è già cambiata. Basta vedere gli Stati Uniti, il nostro principale alleato: nel duello inevitabile che prima o poi vedrà contrapposti i due amici di oggi, Donald Trump ed Elon Musk, sia che prevalga il primo sia che prevalga il secondo, questa trasformazione avverrà. Prima negli Usa, dopo anche in Europa».
«Chi mi fa più paura? Musk, non c’è dubbio. Di Trump ormai conosciamo tutto. Dell’altro no». Augias ha poi parlato dello scenario politico italiano: «Giorgia Meloni è brava. Ha una determinazione ferrea figlia di un lunghissimo esercizio, altrimenti una ragazzina piccolina non si sarebbe fatta largo e non avrebbe finito per primeggiare in un partito di gente votata al culto della virilità, come molti neofascisti; e ha sagacia politica, cosa che le permette di tenere a bada due vicepremier politicamente famelici come Tajani e Salvini».
«Elly Schlein? Passiamo a un’altra domanda. Seguo semmai con interesse il tentativo cattolico di mettere in piedi un centro federatore, capace di aggregare un’alternativa a questo centrodestra e soprattutto di trovare, di fronte a una personalità come quella di Giorgia Meloni, un’altra personalità così forte per provare a batterla alle elezioni. Meloni è riuscita a trasformare in forza alcune sue debolezze: certe citazioni pseudo-colte che ogni tanto tira fuori, l’eloquio romanesco che ogni tanto le scappa, ecco, tutto questo ne ha fatto una donna del popolo. C’era Giuseppe Conte, con la formula dell’avvocato del popolo; e per un periodo decisamente più lungo; al di là della Manica, Tony Blair, che si impose come uomo del popolo di fronte alla rigidità della regina Elisabetta. A sinistra, almeno per ora, non vedo nessuno che venga percepito come “di popolo”».