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La tesi della procura sull’impronta di Sempio: “Ecco perché è in quella posizione”

Pubblicato: 28/05/2025 17:37

Una nuova pista si fa strada nell’inchiesta riaperta sull’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Al centro dell’attenzione degli inquirenti — coordinati dal procuratore Fabio Napoleone e dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano — c’è l’impronta palmare ritrovata sulla parete delle scale che portano alla cantina, quella identificata nei fascicoli come la “papillare 33”.

Secondo una nuova ipotesi ricostruttiva, quell’impronta — attribuita di recente ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e oggi indagato per omicidio volontario in concorso con ignoti — potrebbe essere stata lasciata senza scendere i gradini: basterebbe sporgersi dalla parte alta della scala e appoggiare la mano sulla parete destra, forse poggiando solo un piede sul primo gradino.

Questa teoria spiegherebbe l’assenza di impronte insanguinate sulle scale, elemento che aveva finora rappresentato uno dei principali punti a favore di Alberto Stasi, l’ex fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Infatti, le precedenti indagini avevano accertato che nessuna impronta di scarpa insanguinata era stata rilevata sui gradini che portavano al corpo di Chiara.

Eppure, nella parte superiore della scala, fu trovata un’orma nel sangue compatibile con una scarpa Frau a suola “a pallini”, taglia 42, attribuita proprio a Stasi. Su questo elemento, però, la difesa dell’ex bocconiano ha commissionato una nuova consulenza tecnica, sostenendo che la suola potrebbe appartenere anche a una taglia 44, elemento che — se confermato — riaprirebbe il margine di compatibilità con altri soggetti, tra cui Sempio. I pm di Pavia hanno già disposto un nuovo accertamento sulla misura esatta della suola.

L’impronta “33”, invece, era stata già all’epoca ritenuta importante, anche se inizialmente classificata come “non utile” ai fini dell’identificazione. Oggi, grazie a tecnologie più avanzate e a nuove analisi comparative, è tornata al centro delle indagini, al punto da essere considerata l’impronta del killer.

Gli accertamenti tecnici di ricostruzione della scena del crimine saranno fondamentali per chiarire se sia realisticamente compatibile che qualcuno — come ipotizzato — abbia lasciato quell’impronta dall’alto, senza effettivamente scendere in cantina. Una dinamica che potrebbe riscrivere la sequenza dell’aggressione e rimettere in discussione il ruolo di Stasi, alla luce del coinvolgimento investigativo di Sempio.

Un giallo che, a distanza di 17 anni, continua a produrre interrogativi, dubbi e ora nuove piste, mentre la verità su cosa accadde davvero quella mattina d’agosto resta ancora in cerca di conferme definitive.

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Ultimo Aggiornamento: 28/05/2025 17:40

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