
“Una decisione incredibile”, così il virologo Fabrizio Pregliasco definisce l’annuncio di Robert F. Kennedy Jr., nuovo segretario alla Salute degli Stati Uniti, che ha comunicato l’intenzione di rimuovere la raccomandazione del vaccino anti-Covid per bambini sani e donne incinte. Una presa di posizione che ha immediatamente sollevato una valanga di critiche nel mondo medico e scientifico, sia per i suoi contenuti che per il metodo con cui è stata resa pubblica.
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L’attacco del virologo: “Assurdo, ignora le procedure scientifiche”
Intervistato da Affaritaliani.it, Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano, ha condannato la decisione di Kennedy Jr., definendola «a beneficio dei no vax e non basata su alcun approfondimento scientifico».
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Secondo il virologo, l’annuncio non segue i percorsi formali previsti: «Negli Stati Uniti, simili raccomandazioni vengono prima vagliate dalla FDA, per poi passare al CDC, attraverso una commissione apposita che definisce il piano vaccinale». Kennedy, invece, avrebbe agito in maniera autonoma, ignorando la prassi istituzionale e il parere della comunità scientifica.
«Esistono metanalisi – sottolinea Pregliasco – che dimostrano in modo solido la sicurezza dei vaccini anti-Covid anche per le categorie di cui si parla. È una decisione slegata dalla realtà clinica e dalla letteratura scientifica».

Il rischio: più diffidenza verso il vaccino e la medicina preventiva
Pregliasco mette in guardia anche sulle conseguenze comunicative della scelta di Kennedy Jr., definendola un potenziale detonatore di ulteriore diffidenza verso i vaccini. “Questa è l’ennesima sciocchezza di questo personaggio – afferma – che potrebbe avere un effetto domino, spingendo ancora più persone a non fidarsi della scienza”.
La delusione del virologo è ancora più forte considerando che, in passato, Kennedy Jr. aveva fatto un’apertura razionale: «Sembrava aver recuperato un minimo di buonsenso quando, dopo un’epidemia di morbillo in Texas e la morte di un bambino sano, aveva raccomandato la vaccinazione. In precedenza, aveva invece sostenuto assurdità come l’uso della vitamina A al posto del vaccino».

L’ombra di Trump e il peso della politica sanitaria
Nel suo intervento, Pregliasco non risparmia nemmeno l’ex presidente Donald Trump, criticato per la gestione ondivaga della pandemia. «Durante la sua prima amministrazione – ricorda – ha sottovalutato il Covid e si è anche ammalato gravemente. Tuttavia, fu proprio grazie a lui se furono stanziati fondi ingenti per rendere operativa la piattaforma mRNA, con cui si è potuto procedere alla produzione su larga scala dei vaccini».
Nonostante questo apporto fondamentale, secondo il virologo, Trump avrebbe evitato ogni riferimento ai risultati ottenuti nella successiva campagna elettorale contro Kamala Harris, mostrando un atteggiamento di negazionismo strategico, utile a non perdere consenso nell’area no vax del proprio elettorato.
“Più morti negli Stati repubblicani”
A supporto delle sue argomentazioni, Pregliasco cita anche studi epidemiologici che mostrano un quadro inquietante: negli Stati Uniti a guida repubblicana si è registrato un numero maggiore di decessi per Covid rispetto a quelli amministrati da governi democratici. «Una conseguenza diretta – spiega – di una scelta politica che ha privilegiato la libertà economica rispetto alla salute pubblica, penalizzando soprattutto i soggetti più deboli».
Una deriva pericolosa nella comunicazione sanitaria
La decisione di Kennedy Jr., in un contesto già segnato da disinformazione e scetticismo, rischia di diventare un precedente pericoloso secondo il virologo. Per Pregliasco, si tratta dell’ennesimo passo verso un clima di sfiducia crescente nella medicina preventiva, un fenomeno che potrebbe compromettere non solo la lotta al Covid, ma anche le strategie vaccinali future.