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Piazzapulita, Francesca Albanese avverte la Meloni: “Governo sospenda accordo partenariato con Israele”

Pubblicato: 30/05/2025 14:43
Piazzapulita Francesca Albanese Meloni

A Gaza continuano a cadere bombe e a morire civili, in un conflitto che non accenna a fermarsi. La voce di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, è risuonata forte negli studi di Piazzapulita, il programma di approfondimento di La7 condotto da Corrado Formigli. Invitata per presentare il suo libro Quando il mondo dorme, Albanese ha portato in primo piano una realtà atroce: 60mila morti, di cui 16mila bambini, in quello che definisce senza esitazioni un genocidio.
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Durante la trasmissione, Formigli le ha chiesto un commento sulle manifestazioni per Gaza previste il 6 e 7 giugno e sull’assenza della destra e del governo italiano. La risposta dell’esperta ONU è stata netta: “Il governo dovrebbe prendere in serissima considerazione la diffida mossa da dieci avvocati e giuristi italiani, sostenuta da una parte della società civile e da alcuni parlamentari”.

La diffida al governo e gli accordi militari con Israele

La diffida legale a cui fa riferimento Albanese chiede al governo italiano la sospensione dell’accordo di partenariato con Israele, un patto che prevede anche componenti militari e di difesa. “Va sospeso, assolutamente. L’Italia deve fare di più”, ha dichiarato in diretta, sottolineando come la Costituzione italiana non permetta di rimanere passivi di fronte a violazioni così gravi del diritto internazionale.

La relatrice ha poi criticato duramente anche altri Paesi europei che hanno annunciato mosse simili, ma che a suo dire mancano di coerenza: “È tutta postura quella degli inglesi: hanno sospeso 30 accordi ma ne restano in piedi altri 300. L’Italia è più sfacciata”.

Secondo Albanese, la Costituzione italiana dovrebbe fungere da guida nelle scelte politiche, anche in ambito internazionale. “Quella diffida è fantastica – ha detto – perché comincia in nome della Costituzione. L’atto politico non è svincolato dalla legge fondamentale dello Stato, e ogni governo dovrebbe ricordarselo”.

Una testimonianza che scuote: torture, fame, carestia

Nel corso dell’intervista, Albanese ha raccontato alcune delle realtà più dure documentate nel suo libro. Le proiezioni per i prossimi mesi, nel caso il conflitto continui, parlano di 300mila morti per fame, malattie, ferite non curate e stenti. Una cifra che si aggiungerebbe ai numeri già drammatici delle vittime dirette.

Albanese ha parlato anche delle torture subite da prigionieri palestinesi, inclusi medici e giornalisti, molti dei quali, secondo le testimonianze raccolte, sarebbero stati stuprati anche con l’uso di cani e bastoni. “Troppi sono morti così, nelle prigioni israeliane”, ha affermato, sottolineando l’urgenza di una presa di posizione da parte dei governi europei.

Il richiamo alla coscienza collettiva

A chiusura dell’intervista, Albanese ha lanciato un monito forte: “Questo non sarà l’ultimo genocidio della storia. Se non ci svegliamo, questo diventerà il modo di gestire le masse. Il mio libro nasce per rompere questo sonno di pietra che avvolge il mondo”.

Parole dure, che colpiscono per la loro lucidità e per l’analisi sistemica della situazione. Un grido che non è solo politico ma anche morale, rivolto a un’Europa che, secondo la relatrice ONU, rischia di perdere il contatto con i principi fondamentali del diritto umano.

Silenzio delle istituzioni e ruolo dell’opinione pubblica

L’assenza del governo italiano dalle manifestazioni per Gaza, così come la mancanza di azioni concrete a fronte delle denunce internazionali, rappresentano per Albanese un vuoto etico e giuridico. “L’Italia deve fare di più”, ha ribadito, rilanciando l’iniziativa della società civile che chiede lo stop immediato agli accordi militari con Israele.

L’intervento a Piazzapulita è stato uno dei più incisivi nel panorama televisivo recente, e ha rimesso al centro del dibattito la questione palestinese, spesso oscurata dal flusso costante di notizie ma raramente affrontata con la profondità e il rigore che la situazione richiede. Francesca Albanese, con la sua testimonianza, ha ricordato che dietro ogni cifra ci sono vite, storie, diritti negati. E che il silenzio, per chi può agire, equivale a complicità.

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