
La prima domenica di giugno aveva portato tante famiglie all’aperto. Molti avevano scelto le rive del fiume per un picnic. Sotto il ponte dell’autostrada A1, a Pontetaro, in provincia di Parma, un gruppo di amici moldavi si era riunito per passare qualche ora insieme. Tavolate, giochi, chiacchiere. Il clima era sereno.
Leggi anche: “Mi vogliono uccidere”: le parole Gennaro Maffia, il sospetto killer dei suoi coinquilini
Il fiume Taro scorre forte sotto il ponte. La zona attira famiglie e bambini. Ma il corso d’acqua nasconde insidie. Correnti improvvise, fondali irregolari. Chi conosce il posto sa che serve attenzione. Qualcuno entra lo stesso. I più piccoli si avvicinano all’acqua. E ogni tanto accade qualcosa che spezza l’allegria.
Leggi anche: Italia, albero cade sulla folla di turisti: è tragedia. E la gente si fa i selfie
L’uomo si chiama Ion, aveva 34 anni
Verso metà pomeriggio, la scena cambia. Urla, agitazione, panico. Qualcosa non va. Un bambino entra in difficoltà mentre si trova nel fiume. L’acqua lo trascina. I presenti gridano, corrono. Un uomo si tuffa senza pensarci un attimo. È il padre del piccolo. Vuole salvarlo. Non esita. Si butta nel Taro. Ma non riemerge.
Leggi anche: Tragedia in montagna: Roberta precipita per 300 metri sotto gli occhi degli amici
L’uomo si chiama Ion, ha 34 anni. Moldavo, vive a Parma. Si trova con amici e famiglia per godersi la giornata. Quando vede il figlio lottare con la corrente, si lancia. Ma l’acqua è troppo forte. Gli amici riescono a recuperare il bambino. Il padre, invece, sparisce. La corrente lo trascina. Non riesce a tornare a riva.
Gli amici salvano il bambino

Arrivano i Vigili del Fuoco. Intervengono i sommozzatori. Sul posto anche i sanitari del 118 e le forze dell’ordine. La zona viene isolata. I soccorritori iniziano le ricerche. I presenti assistono in silenzio. Tutti sperano in un miracolo. Ma il corpo di Ion riaffiora solo dopo alcune ore. L’uomo è morto.
I compagni di picnic agiscono in fretta. Tuffi, urla, braccia tese. Uno riesce a raggiungere il piccolo. Lo porta a riva. Il bambino piange. È sotto shock. Ma è vivo. La prontezza degli amici fa la differenza. Grazie a loro il bimbo è salvo. Ma la scena resta drammatica. Nessuno riesce a dimenticare quello che è successo.
I sommozzatori trovano il corpo a poca distanza dal punto in cui l’uomo era scomparso. Il medico non può far altro che constatare il decesso. Non si sa se Ion abbia perso i sensi per una congestione o per un malore. Oppure se la corrente abbia avuto la meglio. L’acqua resta un pericolo. Anche per chi sa nuotare.
La comunità moldava di Parma si stringe attorno alla famiglia. Una tragedia che colpisce tutti. Un uomo muore per amore. Un figlio resta senza padre. Il dolore è forte. In molti conoscevano Ion. Lavorava, era onesto, generoso. Una giornata di festa si trasforma in lutto. Il silenzio cala su Pontetaro.
La zona verrà controllata
Dopo la tragedia, le autorità annunciano nuovi controlli sul Taro. Serviranno più cartelli, più avvisi. Il fiume va rispettato. Chi frequenta quella zona lo sa. Ma ogni estate accade qualcosa. L’acqua sembra calma, poi trascina via. Nessuna barriera, nessun bagnino. Solo il buonsenso può salvare vite.
Ion si è tuffato per salvare suo figlio. Un gesto istintivo, pieno d’amore. Non ha esitato. Ha fatto quello che ogni genitore sente nel cuore. Ha dato tutto. E non ce l’ha fatta. Il suo gesto resta nella memoria di chi c’era. E lascia un segno. Un padre che ha scelto suo figlio. Fino in fondo.