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Cloro al posto dell’acqua, cinque bambini intossicati in piscina. Orrore in Italia: com’è potuto succedere

Pubblicato: 04/06/2025 07:57

Una giornata di gioco si è trasformata in dramma nel quartiere Borghesiana di Roma, dove cinque bambini sono rimasti intossicati dal cloro nella piscina dell’impianto Imperium Eventi. Tra loro c’è Mattia, 9 anni, ora ricoverato in coma farmacologico all’ospedale Umberto I: rischia gravi danni neurologici causati da un’ischemia cerebrale. A confermare l’accaduto è Christian Scalzo, gestore della struttura: «È stato un incidente».

Secondo quanto raccontato da testimoni e riportato da Repubblica, durante il bagno «l’acqua ha iniziato a diventare gialla». Alcuni bambini hanno notato una macchia verde sul fondo della vasca. Poi un forte odore e un rumore sospetto. Sarebbe stata una pompa del cloro a cedere, liberando una quantità anomala di prodotto nella vasca. «Mio fratello si è tuffato proprio dove si era formata quella patina gialla», ha raccontato Alessio, 11 anni, anche lui tra i coinvolti. I genitori hanno fatto uscire subito i piccoli dall’acqua, già tossivano e uno di loro ha vomitato.

Secondo il gestore dell’impianto, si sarebbe trattato di un malfunzionamento dei bocchettoni. «Per alcuni minuti è stato immesso soltanto cloro, e questo ha cambiato il colore dell’acqua. Ma i controlli erano stati fatti, tutto era in regola», ha dichiarato Scalzo al Messaggero. «Anche mia sorella frequenta la piscina, a dimostrazione che non c’era nulla di anomalo». Quando ha visto che i bambini non stavano bene, ha chiamato i soccorsi, arrivati con tempestività.

Sul tema è intervenuto Carlo Locatelli, direttore del Centro Antiveleni dell’ospedale Maugeri di Pavia. «Le intossicazioni da cloro non sono rare, ma casi gravi tra i bagnanti sono molto rari. In genere riguardano chi maneggia direttamente i prodotti. Il cloro è fondamentale per la disinfezione, ma va usato con attenzione», ha spiegato. «In impianti grandi si usano serbatoi e pompe automatiche, che possono guastarsi, specie all’inizio della stagione».

Secondo Locatelli, un guasto potrebbe aver causato l’immissione in vasca di una dose di cloro destinata a durare giorni. Una concentrazione eccessiva che, se inalata, può irritare pesantemente le vie respiratorie e causare spasmi bronchiali o anche arresti respiratori temporanei. In acqua, invece, il cloro non è caustico se ben diluito: «È difficile che ingerirne piccole quantità possa provocare danni», ha precisato.

Resta il mistero clinico su Mattia: «Per arrivare a una ischemia cerebrale, il bambino deve aver respirato una quantità enorme di cloro», ipotizza il tossicologo. «Il panico può averlo spinto a inalare più gas, e l’irritazione ai bronchi potrebbe aver bloccato il passaggio di ossigeno per un tempo sufficiente a causare danni». Una spiegazione, per ora, ancora ipotetica.

Il caso di Borghesiana riporta l’attenzione anche su un altro rischio spesso sottovalutato: l’uso improprio dei detergenti. «In ospedale vediamo spesso intossicazioni casalinghe dovute a miscele pericolose: candeggina, acido muriatico, ammoniaca, prodotti per WC combinati male possono liberare cloro e provocare gravi problemi respiratori», avverte Locatelli. Una lezione che vale anche fuori dalle piscine.

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