
Parole nette, definitive, cariche di indignazione e dolore. Rita Poggi, madre di Chiara, rompe il silenzio di fronte al riemergere di vecchie illazioni e nuove accuse, rilanciate da trasmissioni televisive e social, attorno al delitto di Garlasco. E non si limita più a difendere la memoria della figlia uccisa, ma sceglie di esporsi anche per tutelare chi, in questa vicenda, continua a essere bersaglio di sospetti e insinuazioni. “Difendo Chiara, ma adesso basta attacchi anche contro le mie nipoti. Sono solo ragazze, che hanno già sofferto abbastanza”.
Nel mirino delle attenzioni mediatiche, infatti, sono finite anche Stefania e Paola Cappa, le due nipoti della donna, accusate di chissà quali silenzi e comportamenti ritenuti “strani” da chi ancora cerca “misteri” nel caso che ha segnato un’intera comunità. “Attacchi gratuiti, ingiusti, esagerati”, li definisce con fermezza la signora Rita, parlando fuori dalla sua abitazione. E si dice stanca di dover assistere a un continuo rimestare nel fango, “come se Chiara fosse stata uccisa ieri, non diciotto anni fa”.
“Difendo anche mio figlio. Basta sospetti su di lui”
Ma la presa di posizione non si limita alle due giovani. “Vogliono a tutti i costi tirare in ballo mio figlio Marco”, prosegue la madre della vittima. “C’è chi vede con sospetto perfino il suo silenzio. Siamo arrivati al punto che ogni parola, ogni gesto – o anche solo la mancanza di essi – viene interpretata come un indizio. È intollerabile”. L’accusa, nemmeno tanto velata, è verso certa stampa e alcuni programmi televisivi che continuano a proporre piste alternative senza mai portare prove nuove e solide.
Rita Poggi ribadisce, con forza, ciò in cui crede da sempre: “Per noi la verità giudiziaria è chiara. Alberto Stasi ha ucciso Chiara, e questo è stato provato in tribunale”. Allo stesso tempo, pur rispettando il diritto a ulteriori indagini da parte della magistratura, la madre della giovane vittima mette un argine a quella che definisce una vera e propria “campagna mediatica contro la nostra famiglia”.
“I misteri? Solo sciocchezze costruite a tavolino”
Tra i temi tornati sotto i riflettori ci sarebbe anche la famosa borsetta di Chiara, che secondo alcune ricostruzioni sarebbe “misteriosamente scomparsa”. “Ma quella storia era già stata chiarita anni fa”, replica duramente la signora Poggi, “i giornalisti vennero a casa nostra, la filmarono. Tutto documentato. Ora ripescano il nulla, pur di tenere in piedi un giallo inesistente”.
L’ultimo riferimento è all’episodio legato alla professoressa Bozzola, divenuto nel 2014 un nuovo “caso nel caso” per chi cercava connessioni con Chiara. “Ma mia figlia era morta da sette anni”, conclude Rita Poggi. “Siamo stanchi. Vogliamo solo rispetto per Chiara, per la sua memoria e per chi le ha voluto bene davvero. Lasciateci in pace”.