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Musk-Trump rottura totale e accuse pesantissime: “Elon è impazzito”, “Lui è nei file di Epstein”

Pubblicato: 06/06/2025 09:24

Adesso è chiaro a tutti: la tanto sbandierata “separazione amichevole” tra Donald Trump ed Elon Musk era solo una recita. E se il loro sodalizio era stato spettacolare, la rottura non è da meno. A dividerli, più delle idee, è stata una combinazione di potere, ego e vendette personali. Con una conseguenza inattesa: da un lato si parla di un nuovo partito fondato dal patron di Tesla, dall’altro la macchina dei fedelissimi trumpiani si è attivata per attaccare Musk, definendolo addirittura un immigrato illegale e un drogato.

Musk, dal canto suo, non è rimasto in silenzio. Ha reagito chiamando in causa gli Epstein Files: documenti giudiziari, agende, contatti e registrazioni riconducibili al finanziere morto suicida in carcere. “Segnatevi questo post per il futuro. La verità verrà a galla”, ha scritto l’imprenditore su X. Un chiaro avvertimento, lanciato nel pieno di uno scontro che potrebbe diventare esplosivo per il partito repubblicano. Per capire meglio, bisogna tornare al 27 febbraio, quando l’attorney general Pamela Biondi ha declassificato una prima tranche di documenti legati a Epstein.

Quei fascicoli non contenevano rivelazioni sconvolgenti, ma confermavano il già noto legame tra Trump ed Epstein. Il nome dell’attuale presidente figura nel registro voli del “Lolita Express”, l’aereo privato del finanziere, per due tratte nel 1993 e nel 1994. In uno di quei viaggi erano presenti anche la moglie Marla Maples, la figlia Tiffany e la babysitter. Dalle foto già emerse in passato, Trump è stato ritratto più volte con Epstein e Ghislaine Maxwell, ma anche con l’attuale moglie Melania.

Alcune dichiarazioni contenute nei documenti parlano anche del presunto primo incontro sessuale tra Trump e Melania, avvenuto – secondo Epstein – proprio a bordo dell’aereo incriminato. In più, il finanziere avrebbe raccontato di come Trump si fosse sottoposto a un intervento per ridurre la calvizie. Il New York Post, a gennaio 2024, ha parlato perfino di un presunto archivio video pornografico con protagonisti Trump e altre celebrità, tra cui Bill Clinton. Materiale che, oggi, Musk sembra pronto a usare come arma.

Lo scontro tra i due sarebbe esploso dopo un incontro tra Trump e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, nello Studio Ovale. “Elon e io avevamo un buon rapporto. Non so se sia ancora così”, ha detto il presidente con un certo distacco. Poco dopo, lo ha paragonato a un amante respinto: “Ha detto cose bellissime su di me… poi alcuni se ne vanno, ci odiano, e diventano ostili”. Trump, però, ha evitato ogni commento diretto ai giornalisti riguardo le accuse di Musk.

A parlare ci ha pensato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, che ha definito la frattura un “episodio sfortunato”. Ma non per il presidente: “Questo è un momento difficile per Elon, che non ha ottenuto dal ‘One Big Beautiful Bill’ ciò che voleva. Il presidente resta concentrato sulla sua legge storica e sul rendere grande il Paese”. Un chiaro messaggio di freddezza, se non di rottura definitiva.

Nel frattempo, si è rifatto vivo Steve Bannon, figura chiave nell’universo trumpiano. Già a gennaio aveva bollato Musk come “un parassita” interessato solo ai propri esperimenti. Ora rilancia chiedendo l’annullamento di tutti i contratti federali con Tesla e SpaceX e l’avvio di un’indagine formale sul suo status di immigrato. “Sono convinto che sia irregolare. Va espulso dal Paese”, ha detto l’ex stratega di Trump, aggiungendo anche sospetti sull’uso di sostanze stupefacenti.

Forse per questo Musk ha iniziato a fare marcia indietro. Dopo aver ventilato l’ipotesi di un suo partito, ha ritirato l’idea di ritirare la navicella Dragon dalla collaborazione con la Nasa. Una minaccia che ha avuto un impatto negativo immediato sui mercati, costringendolo al dietrofront. La mossa originaria nasceva da un attacco di Trump: per rientrare nel bilancio, il presidente aveva proposto di tagliare gli incentivi alle auto elettriche. Ma Musk, che lo scorso luglio ha speso 277 milioni di dollari per favorire il ritorno del tycoon alla Casa Bianca, adesso si chiede quando – esattamente – ha buttato via quei soldi.

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