Vai al contenuto

“Non è stato un incidente”. Si lancia dalla finestra per sfuggire all’incendio: la terribile verità

Pubblicato: 06/06/2025 07:34

L’hanno vista alla finestra, disperata, urlare e chiedere aiuto. Una scena terribile, raccontata dai testimoni. Preludio di una tragedia spaventosa: «Lei, sempre così dolce e con quel bel sorriso stampato sul volto quando la incontravo a passeggio con il suo bambino, urlava atterrita in quella trappola di fuoco…Chissà cosa deve aver provato prima di decidere di lanciarsi nel vuoto, quanta disperazione, quanta paura…Le grida erano strazianti, le fiamme altissime. Una scena terrificante, un vero e proprio inferno e poi l’impotenza, il non poter far nulla…».

Queste le parole di una delle residenti di viale Abruzzi 64 a Milano, zona est della città. Qui Sueli Leal Barbosa, 48enne di origine brasiliana operatrice sanitaria all’Istituto dei Tumori, si è buttata nel cortile interno da una finestra del suo appartamento al quarto piano per tentare sfuggire all’incendio che si era sviluppato nella sua casa per ragioni che sono tuttora in fase di chiarimento da parte dei vigili del fuoco, che hanno lavorato a lungo per spegnere le fiamme.

All’arrivo dei pompieri, dopo la mezzanotte, il calore del rogo aveva già fatto esplodere le finestre dell’appartamento e mentre le fiamme si alzavano per diversi metri, la porta d’ingresso dell’abitazione risultava chiusa a chiave dall’esterno. Nel frattempo la donna, trasportata all’ospedale Fatebenefratelli, è morta qualche ora dopo il suo arrivo per le lesioni riportate durante la caduta.

Madre di un bambino di 10 anni che proprio l’altra sera era andato a dormire a casa del padre biologico, Sueli Barbosa conviveva da tre anni con un nuovo compagno, un imbianchino connazionale di 45 anni, con il quale poco prima di lanciarsi nel vuoto aveva litigato animatamente. A detta dei vicini non era la prima volta che tra i due scoppiavano discussioni: già un mese fa circa, infatti, nell’appartamento della coppia erano dovute intervenire le forze dell’ordine a seguito di una lite, nata per la gelosia di lui nei confronti di lei.

Gli agenti hanno trovato il compagno della donna in un bar nel palazzo di fronte all’appartamento. L’uomo era sporco di fuliggine e ha dichiarato subito agli agenti di essere uscito diverse ore prima e di non aver saputo nulla del rogo fino a quando non era tornato a casa, cioè poco prima. Portato in questura il 45enne è stato sentito per diverse ore dagli investigatori della squadra mobile guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e coordinati dalla pm Maura Ripamonti.

Al momento, continua a negare qualunque addebito nella vicenda che riguarda la terribile fine della compagna. La polizia e la Procura però sono convinti che, oltre ad aver chiuso la povera Sueli in casa, l’uomo abbia anche appiccato l’incendio: per un’accusa di omicidio volontario, tentata strage e danneggiamento con l’aggravante del vincolo di familiarità e della crudeltà rischierebbe l’ergastolo.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 06/06/2025 07:47

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure