
Il caldo era già soffocante e il traffico come sempre nervoso, quando l’asfalto ha cominciato a deformarsi sotto le ruote delle auto. Una curva improvvisa, poi un rumore secco, quasi uno strappo. Lì dove fino a poche ore prima si camminava senza problemi, ora c’era una voragine. Una buca larga, profonda, pericolosa. Nessun incidente, per fortuna, ma tanto spavento. I primi a notarla sono stati alcuni passanti, che hanno bloccato le auto e alzato la voce: “Fermatevi, è ceduto tutto”.
Pochi minuti dopo, sono arrivate le divise. Le transenne. I tecnici col caschetto. Un viavai di sopralluoghi e misurazioni sotto il sole battente, mentre i residenti osservavano in silenzio, con quella rassegnazione mista a rabbia di chi ha già visto tutto questo troppe volte.
Ipotesi fumi vulcanici e stress termico
Solo allora si è compreso che il cedimento non era un caso. La strada era stata riasfaltata di recente, eppure si era aperta come un foglio di carta bagnata. A farla cedere, secondo i primi rilievi tecnici, sarebbe stata la combinazione micidiale tra le alte temperature e i fumi sulfurei che salgono dal sottosuolo, segnale di una zona geologicamente instabile. Lo zolfo rilasciato dalle fumarole avrebbe danneggiato le fondamenta del manto stradale, già provato dalla pressione del traffico e dalle continue oscillazioni del terreno.
È stato lo stesso Francesco Emilio Borrelli, deputato di Avs, a raccontarlo dopo aver effettuato un sopralluogo sul posto: “I cittadini ci hanno chiamati preoccupati, e a ragione. Serve un intervento urgente, non possiamo sottovalutare fenomeni del genere”.
Allarme sicurezza e fragilità strutturale
In effetti, l’intero quadrante è da mesi interessato da un progressivo bradisismo, un fenomeno che solleva e abbassa lentamente il suolo, causando tensioni invisibili ma costanti su case, strade e condutture. Proprio questo continuo movimento avrebbe reso ancora più fragile il tratto collassato.
“Qui serve un monitoraggio costante – ha aggiunto Borrelli –. Non basta rattoppare, bisogna studiare e prevenire. Non possiamo aspettare la prossima crepa per intervenire”. Intanto, il tratto interessato è stato chiuso al traffico, mentre i tecnici valutano l’entità dei danni e i rischi per le abitazioni vicine. Una scena che, per chi vive in queste zone, sta diventando fin troppo familiare.