L’asse transatlantico si rafforza ulteriormente nella strategia di contenimento della Russia. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha chiarito la ferma posizione dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, sottolineando un “massiccio allineamento” nell’obiettivo di spingere Mosca verso un tavolo di trattative “che portino a una pace giusta e duratura“.
L’annuncio del nuovo pacchetto di sanzioni
L’annuncio del diciottesimo pacchetto di sanzioni UE contro la Russia è stato il palcoscenico per ribadire questa intesa. La presidente ha enfatizzato i contatti costanti tra i team europei e quelli del G7, in particolare con gli Stati Uniti, citando anche le conversazioni con il senatore Graham, promotore del pacchetto di sanzioni americano.
Nonostante Ue e Usa dispongano di “strumenti diversi” e non abbiano sempre agito in sintonia, attualmente la convergenza degli obiettivi è totale, e von der Leyen si è detta fiduciosa nel raggiungimento degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Anche se, nel frattempo, l’attacco portato dall’Ucraina all’arsenale atomico russo e la successiva risposta di Mosca, che sta bombardando Kiev con particolare durezza, mantengono la situazione molto tesa.
L’appoggio di Paesi terzi alla Russia
La capacità della Russia di sostenere il conflitto in Ucraina dipende in larga misura dal supporto ricevuto da Paesi terzi, un punto che Ursula von der Leyen ha voluto evidenziare con forza. “Quanti sostengono la guerra russa e gli sforzi di conquista dell’Ucraina hanno una pesante responsabilità“, ha dichiarato la presidente, sottolineando come il nuovo pacchetto di sanzioni miri proprio ad aumentare la pressione su Mosca.
L’obiettivo ultimo resta un “cessate il fuoco completo e incondizionato di almeno 30 giorni“, una pausa che, nelle intenzioni dell’Ue, potrebbe servire a ridurre le sofferenze dei civili e a creare lo spazio necessario per “dialoghi di significato per una pace genuina“. La diplomazia delle sanzioni e l’isolamento economico di Mosca si confermano, dunque, strumenti centrali nella strategia occidentale per favorire una risoluzione del conflitto. Ed Europa e Stati Uniti, questa volta, sono sulla stessa lunghezza d’onda.