
Per gli automobilisti italiani è uno di quei momenti che segnano una svolta: una nuova regola entra in vigore, e con essa si modificano abitudini, percorsi, forse anche comportamenti alla guida. Ma come spesso accade, alle novità legislative si accompagna un senso diffuso di incertezza, se non di disorientamento. Perché una legge può fissare principi, ma è nella sua applicazione concreta che si giocano la chiarezza e l’efficacia.
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Quando si parla di autovelox, il tema è particolarmente sensibile. Non solo perché tocca milioni di persone ogni giorno, ma anche perché coinvolge sicurezza, prevenzione, giustizia e – inevitabilmente – sanzioni. Ecco perché ogni modifica normativa ha il potere di sollevare reazioni immediate, critiche, o al contrario approvazioni convinte. Ma il quadro italiano attuale è ancora in bilico, tra decreti attesi, omologazioni assenti e una gestione locale troppo spesso disomogenea.

In vigore il nuovo decreto autovelox dal 12 giugno
È entrato in vigore il 12 giugno il decreto autovelox emanato dal ministero delle Infrastrutture nel maggio 2024. Un provvedimento che rientra nella cornice più ampia del nuovo Codice della strada, ma che pone un accento specifico su un nodo centrale: la regolamentazione dei dispositivi di rilevazione della velocità.
In un contesto ancora segnato da una mancanza di omologazione univoca per gli autovelox – un vuoto normativo che ha portato in molti casi alla contestazione delle multe – il decreto interviene per disciplinare almeno la collocazione e l’utilizzo degli strumenti. Non risolve, quindi, il problema tecnico-legale alla base, ma tenta di mettere ordine nel sistema attuale.
Le nuove regole per l’installazione dei dispositivi
Tra i punti più rilevanti del decreto ci sono quelli relativi ai criteri per l’installazione degli autovelox. I dispositivi potranno essere collocati solo su tratti di strada dove si sia registrato, nei cinque anni precedenti, un livello di incidenti elevato, oppure dove la velocità media superi sistematicamente i limiti imposti. Un’ulteriore condizione è la documentata impossibilità di contestazione immediata da parte delle forze dell’ordine.
I Comuni non potranno più decidere autonomamente l’installazione degli autovelox: sarà necessario un accordo preventivo con le Prefetture e con le altre amministrazioni locali coinvolte. Inoltre, viene imposto un limite rigoroso: nessuna società esterna potrà occuparsi della gestione operativa dei dispositivi. L’intero controllo sarà affidato alle forze di polizia, per garantire maggiore trasparenza.

Distanze minime e segnaletica obbligatoria
Il decreto introduce anche precise distanze minime tra segnaletica e dispositivi, oltre a vincoli sulla loro visibilità. In particolare, tra il segnale che ribadisce il limite di velocità e l’autovelox devono intercorrere almeno 200 metri sulle strade ad alto scorrimento e 75 metri su tutte le altre. Inoltre, tra due autovelox non potranno esserci meno di 500 metri, che diventano 1 chilometro nel caso di strade veloci.
La riconoscibilità del dispositivo è un altro caposaldo della nuova regolamentazione. Gli autovelox dovranno sempre essere preceduti da segnaletica chiara, e il segnale con il limite dovrà trovarsi almeno 1 chilometro prima dell’apparecchio. Nelle strade extraurbane la distanza tra due dispositivi diversi dovrà essere di almeno 3 chilometri, mentre sarà di 1 chilometro nelle extraurbane locali.
Regole più stringenti anche in autostrada
Particolare attenzione è riservata alla rete autostradale, dove la normativa si fa ancora più severa. Qui, la distanza minima tra due dispositivi dovrà essere di almeno 4 chilometri, per evitare un uso eccessivo e potenzialmente sanzionatorio degli strumenti. La ratio è quella di puntare a un controllo della velocità che sia realmente preventivo e dissuasivo, e non esclusivamente punitivo.
L’obiettivo, secondo quanto dichiarato nel testo del decreto, è quello di ridurre gli incidenti attraverso l’uso consapevole della tecnologia, evitando al contempo distorsioni locali o abusi che possano minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Un sistema ancora da definire
Nonostante le novità introdotte, il sistema degli autovelox in Italia resta segnato da forti criticità. Prima fra tutte, la mancanza di una procedura nazionale di omologazione, che continua a rendere impugnabili molte sanzioni. In attesa di un intervento normativo definitivo su questo fronte, il decreto autovelox del 2024 appare come un passo necessario, ma non ancora sufficiente.
Resta da vedere come le amministrazioni locali e le forze di polizia si adegueranno ai nuovi standard, e soprattutto se il cittadino potrà finalmente contare su regole uniformi, trasparenti e correttamente applicate. La strada verso una gestione efficace e giusta dei controlli sulla velocità è ancora lunga, ma un nuovo capitolo è appena iniziato.