
La prossima settimana potrebbe rappresentare un punto di svolta nella nuova indagine sul delitto di Garlasco, avvenuto nel 2007. Con il ritiro dei reperti nei giorni scorsi, è entrata nel vivo la fase preliminare dell’incidente probatorio, che potrebbe segnare una svolta decisiva nella nuova inchiesta. Al centro c’è Andrea Sempio, amico di infanzia del fratello di Chiara Poggi e all’epoca frequentatore abituale della villetta teatro dell’omicidio.
Per quell’omicidio, lo ricordiamo, Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima, è stato condannato in via definitiva. Ma la nuova pista investigativa riaccende i riflettori su nuovi elementi e su un possibile scenario alternativo.
In attesa dei risultati dell’incidente probatorio, a parlare è stato Giuseppe Sempio, padre del 37enne ora indagato. Ai microfoni di Quarto Grado su Rete4, l’uomo ha espresso la propria angoscia per la situazione che sta travolgendo la sua famiglia, ma non ha mancato di rivolgere un pensiero solidale ai genitori di Chiara.
“Non so come la famiglia Poggi riesca a reggere una cosa del genere, le tonnellate di fango… Qui dobbiamo essere forti in due”, ha detto il padre di Andrea. Ha poi definito l’inchiesta una “persecuzione vigliacca”, difendendo ancora una volta l’innocenza del figlio, che ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio.
“La famiglia più distrutta è quella dei Poggi, ma ora non vorrei si distruggesse anche la mia”, ha proseguito Giuseppe Sempio, aggiungendo: “Le caratteristiche dell’assassino non sono quelle di mio figlio, lui non ce la farebbe neanche”. Andrea, secondo il padre, è un “buon ragazzo”, lontano da qualsiasi tipo di violenza.
Nell’intervista ha anche raccontato come la loro vita quotidiana sia stata sconvolta: “È dura, abbiamo sopportato una prima fase, poi ne è arrivata un’altra. Mi metti telecamere, mi tieni sotto controllo… Io non sono sicuro che non ci sia nulla in casa o in macchina”. Un’esistenza vissuta, ha detto, “senza pace”, con la sensazione costante di essere “nudo in casa mia su qualsiasi cosa che dico o faccio”.
Il nuovo capitolo giudiziario sul delitto di Garlasco si preannuncia denso di interrogativi, con attenzione mediatica e pressione pubblica che tornano a intrecciarsi con il dolore privato di due famiglie, oggi entrambe sotto i riflettori.