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Prodotti alla liquirizia, l’allerta degli esperti: “Non sottovalutare i rischi”

Pubblicato: 17/06/2025 15:36
liquirizia

Spesso considerata solo una caramella nera dal gusto deciso o un ingrediente naturale nelle tisana digestive, la liquirizia potrebbe generare in realtà effetti collaterali potenzialmente seri. Soprattutto se pensiamo anche a tutti i prodotti in cui si “nasconde”. Un recente allarme dell’Anses, l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare, invita a prestare maggiore attenzione al suo consumo. L’Anses ha analizzato oltre 100 casi di effetti indesiderati legati al consumo eccessivo di liquirizia, che possiamo trovare in caramelle, bibite, integratori e alimenti trasformati. Il risultato? Un nuovo invito a regolamentare meglio le etichette e a informare i consumatori sui rischi del consumo abituale di liquirizia, anche in piccole dosi. Secondo i dati dell’Anses, circa il 60% degli adulti consumatori di liquirizia supera la soglia tossicologica considerata sicura; oltre il 40% dei bambini eccede i limiti tollerabili.
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Effetti collaterali del consumo di liquirizia

Il responsabile dei disturbi è l’acido glicirrizico, un principio attivo presente naturalmente nella radice della liquirizia. Tra i sintomi più comuni segnalati ci sono l’ipokaliemia (calo del potassio nel sangue) e l’ipertensione arteriosa. Questi effetti possono aumentare il rischio cardiovascolare, in particolare nei soggetti vulnerabili. Il consumo di liquirizia può essere rischioso per alcune categorie specifiche. Tra i soggetti più a rischio troviamo donne in gravidanza o allattamento, bambini, persone con ipertensione o patologie cardiache, chi soffre di malattie renali o epatiche. Per questi gruppi, anche piccole quantità di questo alimento possono rappresentare un pericolo reale.

Dove si nasconde la liquirizia? Non solo nelle caramelle

Molti consumatori ignorano che la liquirizia è presente in una vasta gamma di prodotti, tra cui:
– Bibite analcoliche e alcoliche;
– Tisane “digestive”;
– Snack e dolciumi;
– Integratori naturali;
– Gelati e dessert aromatizzati.
Il problema principale deriva dalla somma di più fonti: anche se ogni prodotto contiene quantità modeste, il consumo combinato può facilmente superare la soglia considerata sicura. Altro aspetto evidenziato dall’Anses è che l’acido glicirrizico (e il suo sale, E958) è autorizzato come aroma nell’Unione Europea. Tuttavia, l’obbligo di indicarlo in etichetta scatta solo oltre una certa concentrazione. La dicitura “Contiene liquirizia: evitare un consumo eccessivo in caso di ipertensione” non compare se la quantità è bassa, anche se potenzialmente rischiosa.

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