
C’è un nuovo nome iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio di Stefania Camboni, la donna uccisa a coltellate nella sua casa di Fregene: si tratta del figlio, Francesco Violoni. L’iscrizione è stata formalizzata dalla Procura di Civitavecchia, a pochi giorni di distanza dall’arresto di Giada Crescenzi, la nuora della vittima, che resta – secondo gli inquirenti – la principale sospettata e presunta autrice materiale del delitto.
La nuova svolta nelle indagini è arrivata dopo un sopralluogo decisivo effettuato martedì su un terreno privato, dove i carabinieri hanno rinvenuto tre elementi chiave: il coltello mancante dal ceppo della cucina, compatibile con le ferite inflitte alla donna; una maglietta intrisa di sangue; e il telefono cellulare della vittima, fino ad allora sparito.
L’iscrizione del nome di Violoni nel registro degli indagati – precisano fonti giudiziarie – ha un valore “prudenziale e transitorio”. A chiarirlo è l’avvocato Massimiliano Gabrielli, legale della famiglia Camboni, che sottolinea: “È un atto dovuto da parte della Procura, vista l’appartenenza ancora ignota degli oggetti ritrovati. Occorre verificare chi li abbia maneggiati e, per farlo, sarà necessario esaminare il Dna di Francesco”.
Anche la difesa di Violoni, rappresentata dall’avvocata Alessandra Guarini, era già stata predisposta proprio in vista di un possibile sviluppo di questo tipo. “Non ci risultano elementi indiziari a suo carico”, ha aggiunto Gabrielli all’agenzia LaPresse, ribadendo che si tratta di una fase tecnica delle indagini e non di un’accusa formale.
La Procura, intanto, prosegue gli accertamenti per ricostruire con precisione il quadro relazionale e temporale attorno al giorno del delitto, e dare una lettura univoca alla scena del crimine. I reperti trovati potrebbero rivelarsi cruciali per fare luce su eventuali complicità o per confermare definitivamente la responsabilità esclusiva della nuora, attualmente in custodia cautelare.