
Donald Trump dice di volere la pace nel mondo (anche se oggi proprio non sembrerebbe) ma sembra desiderare ancora di più il Premio Nobel per la Pace. Da tempo coltiva la sua ambizione di essere riconosciuto come grande mediatore internazionale, e ora rilancia: su Truth Social ha annunciato di aver favorito un «meraviglioso trattato» tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, salvo poi lamentare che, comunque vada, non sarà premiato.
Leggi anche: Israele-Iran, attacco Usa ai siti nucleari. Araghchi: “Conseguenze eterne”
«Non riceverò un Premio Nobel per questo, né per aver fermato la guerra tra India e Pakistan», ha scritto l’ex presidente, attribuendosi anche i meriti di aver «mantenuto la pace tra Egitto ed Etiopia» e di aver fermato il conflitto tra Serbia e Kosovo. Ha ricordato inoltre gli Accordi di Abramo, firmati sotto la sua amministrazione, che hanno normalizzato i rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi. «Qualunque cosa io faccia, inclusi Russia-Ucraina o Israele-Iran, non mi daranno mai il Nobel. Ma la gente lo sa, e questo è tutto ciò che conta per me».
Il ruolo del Pakistan nella candidatura
In suo sostegno è arrivata una candidatura formale dal governo del Pakistan, che lo ha proposto per il Nobel 2026 per la presunta mediazione nel cessate il fuoco con l’India, definendolo «autentico pacificatore». Ma Nuova Delhi ha smentito qualsiasi ruolo americano, sottolineando che l’accordo è stato frutto di negoziati bilaterali diretti.
Non è la prima volta che il tycoon viene proposto per il prestigioso riconoscimento. Nel 2020, il politico norvegese di estrema destra Christian Tybring-Gjedde lo candidò per i tentativi di distensione tra Corea del Nord e del Sud, mentre lo svedese Magnus Jacobsson lo segnalò per il ruolo nell’accordo economico tra Serbia e Kosovo. Tuttavia, il Nobel andò ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov, simboli della libertà di stampa.
Il Nobel è diventato un’ossessione per Trump. Lo stesso ha più volte deriso il premio ricevuto nel 2009 dal suo predecessore Barack Obama, sostenendo che nemmeno lui sapesse il motivo del riconoscimento. Nel 2013 Trump arrivò persino a chiedere pubblicamente che il premio fosse revocato a Obama.
Ma per molti osservatori internazionali, l’idea di assegnare il Nobel a Trump è surreale. Il suo curriculum include minacce di deportazioni di massa, l’invocazione di attacchi a Panama, Iran e persino Groenlandia. Eppure, per i suoi sostenitori più fedeli, la base Maga, l’ex presidente resta il vero “uomo di pace”.
Qualora il Nobel 2026 non dovesse arrivare, una soluzione alternativa è già stata proposta: creare un premio parallelo. L’idea è stata lanciata da un suo follower su Truth Social. Forse, a questo punto, Donald Trump potrebbe farci un pensierino davvero.