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Aereo San Francisco-Roma perde quota sull’Atlantico: atterraggio di emergenza in Islanda

Pubblicato: 25/06/2025 13:16
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Atterraggio d’emergenza per un Boeing 777 della compagnia americana United Airlines, decollato da San Francisco e diretto a Roma. Il velivolo, con 275 passeggeri e 14 membri dell’equipaggio a bordo, è stato costretto a interrompere il suo volo sull’Oceano Atlantico a causa di un problema tecnico, concludendo la traversata non nella capitale italiana, ma sull’isola di Keflavík, in Islanda.
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L’intervento d’emergenza durante la traversata atlantica

Il volo, partito regolarmente dall’aeroporto internazionale di San Francisco, ha subito una brusca alterazione della rotta dopo circa otto ore di volo. Il Boeing 777, in servizio da 26 anni, ha iniziato una rapida discesa fino a quota 6.400 metri, scendendo improvvisamente di altitudine durante il sorvolo dell’oceano.

A quel punto, i piloti hanno attivato il codice “squawk 770”, il segnale universale per indicare una situazione di emergenza a bordo, deviando immediatamente verso l’aeroporto più vicino: Keflavík, uno dei principali hub dell’aviazione islandese.

Atterraggio senza incidenti e assistenza ai passeggeri

Fortunatamente, nonostante l’allarme e la deviazione, l’atterraggio è avvenuto senza ulteriori criticità. Una volta a terra, i passeggeri sono stati fatti scendere e indirizzati verso altri aerei, per poter proseguire il viaggio in direzione Italia.

In una nota diffusa alla stampa, la compagnia aerea ha confermato quanto accaduto: “Il volo United 507 da San Francisco a Roma è atterrato domenica all’aeroporto di Keflavik per risolvere un problema meccanico”, si legge nel comunicato.

Al momento non sono stati forniti ulteriori dettagli sulle cause tecniche alla base dell’interruzione, ma la dinamica dell’episodio ha riportato alla luce altri episodi simili.

Precedenti sulla stessa rotta: tre casi nell’estate scorsa

Non si tratta, infatti, del primo caso di problemi tecnici lungo la tratta San Francisco–Roma. Secondo quanto riportato da Aviation Source News, già durante l’estate scorsa si erano verificati tre episodi consecutivi di anomalie su voli della stessa rotta.

Un numero che, seppure circoscritto, solleva interrogativi sulla manutenzione degli aerei impiegati per le lunghe tratte transatlantiche. In particolare, il fatto che il mezzo coinvolto nell’ultimo atterraggio d’emergenza sia in servizio da oltre due decenni e mezzo, potrebbe alimentare il dibattito sulla longevità operativa di alcuni modelli ancora attivi nel traffico intercontinentale.

Sicurezza aerea e controlli sotto osservazione

L’episodio riapre la discussione sulla sicurezza dei voli e sull’affidabilità della flotta operativa di alcune compagnie, soprattutto nel caso di modelli storici come il Boeing 777, spesso utilizzati per voli intercontinentali a lunga percorrenza. Anche se i protocolli di emergenza si sono attivati correttamente e nessuno è rimasto ferito, l’accaduto evidenzia quanto sia cruciale il continuo aggiornamento e la manutenzione degli aeromobili destinati a rotte critiche.

Intanto, i 275 passeggeri coinvolti hanno potuto proseguire il viaggio dopo lo spavento, mentre si attendono ulteriori dettagli sui motivi tecnici che hanno costretto il volo United 507 a deviare verso l’Islanda. Una vicenda che aggiunge un nuovo capitolo alla lunga storia della navigazione aerea sull’Atlantico.

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