
Una tragedia inspiegabile ha sconvolto il calcio argentino e la comunità di Buenos Aires: Camilo Ernesto Nuin, 18 anni, centrocampista del Club Atlético San Telmo, è morto mercoledì 25 giugno durante un’operazione chirurgica al ginocchio. L’intervento, programmato da mesi per la ricostruzione del legamento crociato anteriore, si è trasformato in un incubo. A confermare il decesso è stato lo stesso club in un comunicato intriso di dolore: “Siamo al fianco della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi colleghi in questo momento difficile. Il club resterà chiuso oggi in segno di lutto.”
A raccontare la sequenza drammatica è il padre del ragazzo, distrutto dal dolore: “Ridevamo mentre gli mettevamo il camice per entrare in sala operatoria, lo aveva messo al contrario. Parlava della partita del Mondiale per Club della sera prima. Era sereno, fiducioso”. Nulla lasciava presagire l’esito fatale.
Ma dopo circa un’ora e mezza dall’inizio dell’intervento, qualcosa è cambiato. “Mi hanno detto che c’erano complicazioni, che lo stavano rianimando. Non riuscivo a capire: come può una persona entrare viva per un’operazione al ginocchio ed essere in arresto cardiaco?” ha ricordato, ancora sotto shock. Poco dopo, l’annuncio irreversibile: “Un medico mi ha detto ‘è morto’. Sono sprofondato. Ho visto la madre di Camilo accasciarsi a terra. Ho afferrato il medico e gli ho urlato: perché? Cosa è successo?”
𝐒𝐀𝐍 𝐓𝐄𝐋𝐌𝐎 𝐃𝐄 𝐋𝐔𝐓𝐎 Con profundo dolor despedimos a Camilo Nuin, jugador de la Reserva, quien falleció esta mañana. Acompañamos en este duro momento a su familia, amigos y seres queridos. Tu huella queda en el club. QEPD. pic.twitter.com/rLxKfDwbHQ
— Club Atlético San Telmo (@clubsantelmo) June 25, 2025
Sotto accusa un possibile errore anestesiologico
Secondo le parole del padre, il chirurgo avrebbe confermato che il ragazzo è andato in arresto cardiaco durante la seconda fase dell’operazione, mentre si stava prelevando l’innesto per sostituire il legamento. “Gli hanno urlato ‘ferma, ferma, ferma, è andato in arresto’. Il medico non capiva. Secondo alcune voci – non confermate – potrebbe esserci stato un errore dell’anestesista, ma dobbiamo attendere l’autopsia.”
Una carriera spezzata sul nascere
Camilo Nuin, classe 2006, era un centrocampista mancino dotato di grande visione di gioco. Indossava la maglia numero 10 nella formazione riserve del San Telmo, dove era arrivato nel 2022 dopo aver militato nei settori giovanili di Boca Juniors e Independiente, collezionando oltre 80 presenze.
Un ragazzo solare, determinato, con un sogno chiaro: tornare più forte dopo l’intervento al ginocchio. Un intervento che, per migliaia di atleti ogni anno, rappresenta una tappa nella rinascita sportiva, e che invece, per Camilo, si è trasformato in un tragico punto di non ritorno.
L’autopsia per chiarire le responsabilità
La famiglia attende ora l’autopsia per fare luce su quanto accaduto. Il padre, con un filo di voce e gli occhi gonfi di lacrime, ha giurato: “Andrò fino in fondo. Camilo merita giustizia.” Una promessa fatta sussurrando all’orecchio del figlio prima che venisse portato via.
Il dolore è devastante, acuito dalla sensazione che qualcosa sia andato terribilmente storto, proprio quando tutto sembrava sotto controllo. “Ti senti in piedi – ha detto il padre – ma in realtà sei morto dentro“.