Un viaggio lungo oltre seicento chilometri, nascosto in un furgone in movimento. È quello che ha compiuto un gatto nero partito da Peschiera Borromeo, alle porte di Milano, e arrivato a Forlì dopo essersi intrufolato nel veicolo di una ditta di trasporti. L’animale era scomparso da giorni, e la sua proprietaria, una giovane residente nel Milanese, non aveva più sue notizie. Poi la sorpresa: una telefonata dalla Romagna le annunciava che il micio era stato ritrovato vivo, spaventato ma illeso.

“Non so come abbia fatto a salire sul mezzo. Forse l’ha fatto durante le operazioni di carico, senza che nessuno se ne accorgesse”, racconta la ragazza. Il viaggio è avvenuto all’interno del vano di un furgone carico di materiali. Nessuno si è accorto della presenza del passeggero clandestino fino allo scarico finale.
Una volta giunto a destinazione, il gatto è riuscito a uscire dal mezzo e si è rifugiato sotto un’auto parcheggiata vicino al magazzino. È lì che lo hanno notato alcuni dipendenti dell’azienda, incuriositi dai miagolii. Dopo qualche tentativo, sono riusciti ad avvicinarlo e a prenderlo in braccio. Aveva ancora il collare con il nome e un numero di telefono.

“Quando ci hanno chiamato pensavamo a uno scherzo. Ma poi abbiamo sentito la sua voce e ci siamo messi in macchina”, racconta la proprietaria, che ha percorso tutto il tragitto fino a Forlì per riportare il suo gatto a casa. Il ritorno è avvenuto in condizioni ben diverse: questa volta sul sedile dell’auto, tra coccole e croccantini.
La vicenda si è conclusa con un lieto fine, ma ha anche riportato l’attenzione su quanto possano essere imprevedibili e pericolose le fughe degli animali domestici. “È stato un incubo, ogni giorno guardavo sotto le auto sperando di trovarlo”, ha detto ancora la ragazza. Il micio, che a casa è sempre stato molto curioso, probabilmente si è infilato nel furgone spinto dalla sua voglia di esplorare.

Il caso, seppur fortunato, è stato preso come spunto da veterinari e associazioni per ricordare l’importanza dell’identificazione degli animali, tramite microchip e medagliette, e per sensibilizzare i proprietari sull’attenzione nei momenti di carico e scarico merci, soprattutto se si vive vicino a magazzini o aree industriali.