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“Lo ha colpito in pieno”. Terribile incidente sul lavoro in Italia: è morto così, spaventoso

Pubblicato: 27/06/2025 19:08
operaio travolto da vasca

È calato un silenzio innaturale su quello che fino a pochi istanti prima era un turbine di rumori industriali, un’orchestra meccanica ora ammutolita. Le lancette dell’orologio avevano appena superato le quattro e mezza del pomeriggio, un orario che per molti segna l’avvicinarsi della fine della giornata lavorativa, il pensiero del ritorno a casa, del riposo meritato. Ma per un uomo di sessant’anni, la cui vita era stata un intreccio di fatica e dedizione, quel pomeriggio di giugno si è trasformato in un epilogo improvviso e brutale. La sua ultima mansione, una routine di pulizia apparentemente innocua, si è tramutata in una trappola mortale, un’assurda ironia del destino in un ambiente che avrebbe dovuto garantire la sua sicurezza.

Il dramma si è consumato in un istante, senza preavviso, senza scampo. Un attimo prima era intento a un compito meticoloso, a pulire una vasca che conteneva residui cementizi, un’attività che richiedeva precisione e attenzione. L’attimo dopo, il mondo gli è crollato addosso. La struttura, imponente e pesante, lo ha travolto con una violenza inaudita, annientando ogni possibilità di reazione, ogni flebile speranza. Il decesso è stato immediato, un epilogo straziante per una vita dedicata al lavoro, troncata nel modo più crudele e inaspettato.

Operaio travolto mentre pulisce una vasca per cemento

L’incidente si è verificato nel pomeriggio di ieri, intorno alle 16:30, all’interno della ditta Ceda, un’azienda specializzata in prodotti per l’edilizia situata a Mareno di Piave, in provincia di Treviso. La vittima è un operaio di origini indiane, di sessant’anni, residente a Santa Lucia di Piave, anch’esso nel Trevigiano. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo stava eseguendo operazioni di pulizia di una vasca adibita al contenimento di sostanze cementizie quando, per cause ancora in fase di accertamento, è stato travolto dalla vasca stessa. L’impatto è stato fatale, non lasciando scampo all’operaio, il cui decesso è avvenuto sul colpo.

Sul luogo dell’incidente sono immediatamente intervenuti i Carabinieri della stazione locale, che hanno avviato i primi rilievi per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Parallelamente, è giunto il personale dello SPISAL (Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro), l’organo tecnico preposto alle indagini in materia di infortuni sul lavoro. Il loro compito sarà quello di analizzare ogni dettaglio: dalla conformità delle macchine alle normative vigenti, alla manutenzione, dalle procedure operative adottate dall’azienda alla formazione e supervisione del personale. L’obiettivo è accertare eventuali responsabilità e garantire che simili tragedie non si ripetano. La salma dell’operaio è stata posta a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti del caso.

Un’ombra sulla sicurezza sul lavoro

La notizia di questa ennesima tragedia sul lavoro riaccende i riflettori su un tema dolente e purtroppo ricorrente nel panorama italiano: quello della sicurezza sul lavoro. Ogni incidente mortale non è solo una statistica, ma una vita spezzata, una famiglia distrutta, una comunità ferita. L’età avanzata della vittima, sessant’anni, pone ulteriori interrogativi sulle condizioni di lavoro e sulla pressione a cui sono sottoposti anche gli operai più anziani, spesso impiegati in mansioni logoranti e potenzialmente pericolose. È fondamentale comprendere se tutte le procedure di sicurezza siano state rispettate, se le attrezzature fossero adeguate e se l’operaio fosse stato formato correttamente per affrontare i rischi intrinseci alla sua mansione.

Questo tragico evento a Mareno di Piave deve servire da monito. Non si può e non si deve abbassare la guardia sulla sicurezza negli ambienti di lavoro. Ogni azienda, ogni datore di lavoro, ha il dovere morale e legale di garantire la massima tutela ai propri dipendenti. Investire in sicurezza non è un costo, ma un imperativo etico e un investimento sul capitale umano. Solo attraverso un impegno congiunto di istituzioni, imprese e lavoratori, e con controlli rigorosi e costanti, si potrà sperare di ridurre il numero inaccettabile di infortuni e decessi sul lavoro che continuano a macchiare la cronaca del nostro Paese. La memoria di questo operaio di sessant’anni, e di tutte le vittime del lavoro, deve spingerci a un’azione più incisiva e determinata per un futuro in cui nessuno debba più morire sul proprio posto di lavoro.

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