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“Senza cintura, che figuraccia!”. Il politico italiano beccato così: è polemica

Pubblicato: 27/06/2025 11:44
Matteo Ricci senza cintura

Un’immagine vale più di mille parole, soprattutto in campagna elettorale, quando ogni gesto dei candidati è passato al setaccio. E se l’immagine in questione immortala un rappresentante delle istituzioni senza cintura di sicurezza in auto, lo scivolone è inevitabile. Protagonista della vicenda è Matteo Ricci, eurodeputato del Partito democratico, già sindaco di Pesaro e volto noto della sinistra marchigiana. Stavolta, però, non è stato il contenuto politico dell’intervista a far discutere, ma la forma, e più precisamente la mancanza di un gesto di responsabilità stradale.
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La gaffe in diretta: un’intervista viaggiando in auto

L’episodio è avvenuto nel contesto della preparazione per le elezioni regionali nelle Marche, previste per settembre. Ricci, in piena attività di promozione, ha rilasciato una serie di interviste. In una di queste, realizzata a bordo di un’auto mentre viaggiava sul sedile del passeggero, è stato notato un dettaglio che non è passato inosservato: non indossava la cintura di sicurezza. Un dettaglio apparentemente marginale, ma che ha scatenato un’ondata di polemiche, proprio perché il gesto arriva da un esponente politico che, in quanto tale, è chiamato a dare il buon esempio.

L’immagine è stata ripresa rapidamente dagli avversari politici, in particolare da Fratelli d’Italia, che hanno colto l’occasione per criticare Ricci con sarcasmo e precisione. Sui social, la reazione è stata immediata: “Per il bene della Regione, fermiamo la sua corsa. Scegli Acquaroli”, hanno scritto i rappresentanti del partito guidato da Giorgia Meloni, rilanciando il video incriminato.

Fratelli d’Italia attacca: “Un tutorial sull’immunità”

Il commento più tagliente arriva proprio dal fronte della destra, che ha trasformato la gaffe in un’occasione politica. “Ci regala un masterclass di come ‘non’ dovremmo comportarci su strada. Grazie, Matteo, per questo ennesimo tutorial sull’arte dell’immunità”, è stato l’affondo ironico lanciato via social. Un messaggio che ha fatto rapidamente il giro del web, trasformando un errore di distrazione in un caso mediatico.

Matteo Ricci, dal canto suo, ha scelto la via del silenzio, preferendo non replicare pubblicamente. Una decisione che, in tempi di comunicazione costante, può apparire come una mossa prudente, ma che rischia di lasciare spazio esclusivamente alla narrazione degli avversari.

Sullo sfondo le elezioni regionali nelle Marche

La polemica esplode in un momento particolarmente delicato per la politica locale. Le elezioni regionali nelle Marche sono attese per il prossimo autunno, con una possibile data a settembre, anche se non è ancora stata fissata ufficialmente. L’ipotesi di un election day congiunto con altre consultazioni sembra farsi sempre più remota, e si prospetta una tornata separata, probabilmente a inizio ottobre.

In questo contesto, la gaffe di Ricci rischia di pesare. L’eurodeputato dem è uno dei profili più accreditati per rappresentare il centrosinistra, mentre il centrodestra sembra intenzionato a confermare la candidatura dell’attuale presidente Francesco Acquaroli, volto di riferimento di Fratelli d’Italia.

L’immagine pubblica e il peso degli errori

In tempi di comunicazione virale e campagne elettorali costruite anche sui dettagli, un errore come quello di non indossare la cintura di sicurezza durante un’intervista può diventare un boomerang mediatico. Non solo per le implicazioni sulla sicurezza, ma anche per ciò che simbolicamente rappresenta: una disattenzione alle regole, proprio da chi dovrebbe promuoverne il rispetto.

Il fatto che l’episodio abbia avuto così ampia risonanza dimostra quanto la politica odierna si giochi anche sul terreno dell’immagine. E quanto ogni piccolo gesto possa diventare un’arma, nelle mani di avversari pronti a sfruttarne il potenziale.

In attesa di capire come evolverà la campagna nelle Marche, è chiaro che la corsa verso le regionali si giocherà non solo su programmi e contenuti, ma anche sulla capacità di evitare scivoloni. Perché la fiducia dell’elettorato si conquista, anche, con la credibilità nei piccoli gesti quotidiani.

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