
L’entusiasmante viaggio di Jasmine Paolini al WTA 500 di Bad Homburg si è arrestato in semifinale, ma il suo cammino è stato comunque straordinario.
Davanti a lei, un’inarrestabile Iga Swiatek, ex numero uno del mondo, ha mostrato una forma smagliante, trionfando con un perentorio 6-1, 6-3 in appena un’ora e cinque minuti di gioco.

La rinascita di Swiatek
Questa vittoria segna una rinascita impressionante per la polacca dopo un periodo di difficoltà, culminato con la delusione olimpica di Parigi e le recenti sfide sulla terra battuta, compresa la questione del doping. Swiatek ha dimostrato ancora una volta di essere una campionessa con una grande capacità di risollevarsi e affrontare le avversità.
Nonostante la sua dichiarata avversione per l’erba, superficie su cui ha vinto a Wimbledon juniores nel 2018, Swiatek ha offerto una prestazione spettacolare. Ha dominato ogni aspetto del match, lasciando a Paolini poche possibilità di ribaltare la situazione. Il primo set è volato in soli 29 minuti, con la polacca che ha sfruttato un servizio quasi impeccabile. Questa vittoria non è solo un successo per Swiatek, ma un vero e proprio statement: la sua prima finale del 2025 dimostra che la crisi è superata e che è pronta a competere ai massimi livelli. La finale la vedrà affrontare la vincitrice tra Pegula e Noskova, un ulteriore banco di prova per confermare il suo ritrovato splendore.

Paolini punta a Wimbledon
Per Jasmine Paolini, l’attenzione si sposta ora su Wimbledon. Il prestigioso torneo sull’erba rappresenta una sfida importante, dove dovrà difendere la finale raggiunta nel 2024. Il sorteggio non le ha riservato un percorso facile, con una possibile sfida contro la numero uno del mondo, Aryna Sabalenka, in un tabellone che si preannuncia impegnativo.
Paolini ci ha abituati alle sorprese. La sua carriera è ricca di momenti in cui ha sovvertito i pronostici, soprattutto nei tornei del Grande Slam, dove il suo gioco grintoso e la sua determinazione emergono con forza. La sconfitta a Bad Homburg, per quanto amara, potrebbe essere un ulteriore stimolo per affrontare con maggiore ardore le sfide di Wimbledon. La sua capacità di stupire rimane il suo asso nella manica.