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Berrettini cade a Wimbledon e confessa: “Sono stanco di rincorrere sempre qualcosa”

Pubblicato: 30/06/2025 22:55
matteo berrettini

Nemmeno il sacro verde di Wimbledon, quello che nel 2021 lo aveva portato fino alla finale contro Djokovic, riesce più a infondergli la forza che un tempo sembrava inesauribile. Matteo Berrettini, volto del tennis italiano, ha lottato per cinque set contro il polacco Kamil Majchrzak, numero 109 del mondo, ma alla fine ha ceduto: 6-4, 2-6, 4-6, 7-5, 6-3 il punteggio che lo elimina al primo turno.

Una battaglia lunga, dura, in cui ha brillato a tratti – il primo set in tasca, poi la rimonta subita – ma senza mai riuscire a scuotersi davvero. E il segnale più forte arriva dopo, in conferenza stampa, con il viso ancora sudato e gli occhi vuoti: “Non trovavo l’energia. Fisicamente non stavo male. Dopo Roma ho passato settimane difficili. Ho avuto tanti momenti di down in cui dovevo decidere se provarci o no. Fondamentalmente sono stanco, stanco di rincorrere sempre qualcosa”.

Il peso della mente più di quello del fisico

Berrettini non giocava una partita ufficiale da oltre un mese, da quando si era ritirato agli Internazionali d’Italia, in lacrime, per un problema muscolare all’addome. “La lesione non era grave”, ha raccontato, “ma il malessere si è spostato alla testa”. Da allora, niente più tornei, solo allenamenti e silenzi. Un ritorno a Wimbledon cercato con tenacia ma vissuto con una luce spenta negli occhi.

Matteo parla lentamente, con amarezza e lucidità insieme. “Stare in campo così non è quello che voglio. Forse mi sono rotto anche la testa”, dice provando a smorzare con una battuta un dolore profondo. Poi aggiunge: “Ci sta che dopo tutto quello che ho passato in questi anni mi senta stanco. Ho bisogno di tempo per riflettere e capire cosa fare”.

Una carriera tra gloria e infortuni

La parabola di Berrettini, iniziata in ascesa vertiginosa, è stata segnata negli ultimi due anni da una sfilza di infortuni che ne hanno compromesso la continuità e l’entusiasmo: muscoli, articolazioni, e infine la mente. La pressione, le aspettative e la voglia di ritrovare la forma che lo aveva portato tra i primi 10 del mondo sembrano avergli presentato un conto troppo salato.

La finale di Wimbledon 2021, l’impresa a New York, le vittorie in Coppa Davis sono già nella storia. Ma oggi il futuro è tutto da scrivere. E parte da una pausa, da un respiro profondo, da una riflessione necessaria. Per tornare o per fermarsi. Deciderà lui.

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