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Esplosione a Roma, “Scintilla dopo un urto”. L’ipotesi dell’errore umano

Pubblicato: 05/07/2025 08:41

Prima l’odore di gas, poi una nube bianca, infine il boato. E ancora fiamme, panico, vetri in frantumi, sirene. Il quartiere di Tor de’ Schiavi, a est di Roma, si è svegliato ieri tra le urla e il rombo di un’esplosione che ha devastato una stazione di servizio in via dei Gordiani. Il sospetto più forte, oggi, è che tutto sia nato da un urto involontario durante il rifornimento dell’impianto: un errore umano che avrebbe innescato la perdita di Gpl e poi l’incendio.

Il sospetto dell’urto e il mancato blocco della perdita

Il primo fascicolo d’indagine è ancora a carico di ignoti ma poggia su due ipotesi: disastro colposo e lesioni aggravate. A riportare la dinamica con precisione sono le prime informative arrivate sul tavolo del procuratore aggiunto Giovanni Conzo. Secondo quanto ricostruito, l’autocisterna, poco dopo le 8 del mattino, avrebbe urtato un tubo o una colonnina. Qualcosa non ha funzionato nei dispositivi di sicurezza dell’impianto. Il gas ha cominciato a fuoriuscire, formando una nube visibile anche dai balconi delle case vicine. In molti hanno avvertito l’odore, qualcuno ha urlato di chiudere le valvole, ma il sistema automatico non ha interrotto la dispersione. Quando è arrivata la prima chiamata ai vigili del fuoco, alle 8:00, era già troppo tardi.

Il secondo boato e la sequenza ricostruita dagli investigatori

Il video girato da un residente documenta il momento della seconda esplosione: sono le 8:06, secondo l’orologio del figlio di Alessandro Fois, che riprende tutto dal balcone. Alle 8:12 la prima volante della polizia comunica l’avvenuta deflagrazione alla centrale operativa. E una terza esplosione, che probabilmente ferma anche alcuni orologi da parete nelle abitazioni circostanti, avviene intorno alle 8:21. L’intera area di servizio è andata distrutta, mentre decine di persone risultano ferite, alcune in condizioni molto gravi.

Nel mirino la gestione dell’impianto: “Tubi a vista, odori da giorni”

Gli accertamenti si concentrano adesso sulla Eco Gasauto srl, società attiva dal 2005, titolare di almeno quattro impianti tra Roma e Guidonia. A guidarla è un amministratore unico di 91 anni, formalmente in carica. Le licenze risultano regolari ma crescono i dubbi sulle condizioni reali della struttura di via dei Gordiani. I residenti parlano di “situazione disastrosa”, con tubi scoperti e odori forti già da settimane. Alcune segnalazioni verbali ci sarebbero state, ma nei fascicoli ufficiali non risultano denunce formali. “I gestori erano scortesi con chi si lamentava”, raccontano oggi diversi abitanti della zona.

Inchiesta aperta su sicurezza, permessi e responsabilità

Il trasportatore coinvolto, Mauro Bagaglini, è ora ricoverato in gravi condizioni. Cinquantasette anni, autista esperto, era al lavoro per conto di una società da lungo tempo attiva nel settore. Ma adesso tutto è sotto esame: le sue manovre, le condizioni dell’autocisterna, il funzionamento dell’impianto e il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri del Noe, polizia locale, Arpa, ispettori del lavoro e squadra mobile. A loro spetta il compito di stabilire se la tragedia poteva essere evitata.

In attesa dei rilievi ambientali

I tecnici dell’Arpa Lazio stanno completando le analisi per verificare eventuali conseguenze ambientali e sanitarie, anche in relazione alla dispersione del Gpl nell’aria e alle sostanze sviluppate dalle fiamme. Nel frattempo, l’area è sotto sequestro e l’intero impianto resterà chiuso fino a nuova disposizione. L’inchiesta si allarga. I cittadini chiedono verità. E giustizia.

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