
La morte è arrivata nel buio, portata da un’onda di fango che si è sollevata come un muro. In appena 45 minuti, l’acqua ha raggiunto l’altezza di un palazzo di tre piani, travolgendo tutto ciò che incontrava. L’assalto è stato improvviso e devastante: tende spazzate via, tavoli rovesciati, disegni infantili strappati dai muri. Un’intera comunità travolta mentre dormiva.
Il cuore del disastro era un campeggio di bambine, tutto esaurito per le festività del 4 luglio. Circa 750 ragazze, tra i 7 e i 17 anni, erano riunite per un fine settimana di giochi e celebrazioni. Ma la festa si è trasformata in tragedia nel giro di pochi istanti, quando la marea ha inghiottito ogni cosa. I soccorritori parlano di 50 vittime, tra cui 15 bambini, e 29 dispersi.
Nell’alba grigia, l’immagine simbolo è quella di una ragazzina avvolta in una bandiera americana inzuppata, i capelli bagnati, lo sguardo perso tra tronchi spezzati. Gli elicotteri perlustrano una distesa di fango beige, dove una volta scorreva un fiume. Il cielo è carico di piombo, i motori rombano, ma il silenzio della tragedia è assordante.

L’allarme è arrivato troppo tardi. Secondo il servizio meteorologico nazionale, l’ordine di emergenza per alluvione lampo è stato emesso alle 4 del mattino per la contea di Kerr, e solo dopo le 5:30 per Kerrville, quando ormai il fiume Guadalupe era salito di otto metri. A essere investito in pieno è stato il Camp Mystic, una struttura molto conosciuta nella regione, circondata da aree residenziali e altri campeggi.
La Hill Country del Texas centrale si è ritrovata nel cuore di un evento meteorologico estremo, alimentato dai resti della tempesta tropicale Barry. Le strade sono diventate impraticabili, l’elettricità e le comunicazioni interrotte, i soccorsi ostacolati dal terreno devastato. Il governatore Greg Abbott ha dichiarato lo stato di emergenza, mentre il presidente Donald Trump ha promesso aiuti: «Terribile, scioccante. Sono morte delle ragazze», ha detto in volo sull’Air Force One.
Nel frattempo, si susseguono i messaggi di solidarietà internazionale. Il presidente italiano Sergio Mattarella ha inviato un messaggio alla Casa Bianca: «Profonda vicinanza per le vittime e i dispersi causati dalle alluvioni in Texas». Sul campo, 500 militari della Guardia Nazionale si muovono tra fango e detriti. I soccorritori utilizzano elicotteri, droni e gommoni per raggiungere le aree isolate.

Le autorità non hanno diffuso i nomi delle giovanissime vittime, ma hanno confermato quelli dei dispersi, con le famiglie impegnate in una disperata corsa alle informazioni. Sui social media circolano appelli, ma anche sciacalli e mitomani si sono infiltrati tra i messaggi di aiuto. Sono stati attivati centri di ricongiungimento per supportare i familiari e coordinare la distribuzione degli aiuti.
Il fiume Guadalupe, normalmente distante cento metri dalle strutture, ha invaso ogni cosa. Gli esperti parlano del “diluvio del secolo”, la peggior alluvione registrata in Texas in oltre cento anni. I soccorritori si muovono anche a piedi, scandagliando boschi, canali, condotte, nella speranza di salvare vite — o di recuperare corpi.
È anche il giorno degli eroi silenziosi. Come Julian Ryan, 27 anni, che ha messo in salvo la sua famiglia intrappolata in una roulotte, per poi morire dissanguato dopo essersi tagliato per aprire un varco. O come Daric e Heidi Easton, ristoratori locali che distribuiscono panini ai soccorritori: «Non possiamo nemmeno immaginare cosa provano quei genitori. Ma se nutriamo chi salva vite, facciamo anche noi la nostra parte».