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Meteo, Sottocorona: “I giornali mentono, 40 gradi in Italia non ci sono, la temperatura percepita è un falso”

Pubblicato: 07/07/2025 10:43
Meteo Sottocorona giornali mentono

Nell’estate dei titoloni sensazionalistici e delle ondate di calore annunciate con toni drammatici, si alza una voce dissonante e autorevole. È quella del meteorologo Paolo Sottocorona, volto noto della televisione e professionista stimato nel mondo della climatologia, che in una recente dichiarazione ha scelto parole nette, destinate a fare discutere: «Quello che è scritto sui giornali spesso non è vero: i 40 gradi in Italia non ci sono».
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Una frase che suona come un richiamo alla responsabilità e alla precisione dell’informazione, in un momento in cui i temi legati al clima, al caldo estremo e al cambiamento climatico dominano l’agenda pubblica. Ma le sue osservazioni vanno ben oltre la polemica giornalistica. Sottocorona mette in discussione non solo il modo in cui vengono raccontati i fenomeni atmosferici, ma anche la legittimità scientifica di uno degli strumenti più utilizzati per descriverli: la temperatura percepita.

L’accusa: falsi allarmi e cattiva informazione

Nel dettaglio, Sottocorona contesta una narrazione mediatica esasperata, che secondo lui tende ad amplificare i dati meteorologici reali: «Il grande caldo sull’Europa riguarda solo una parte, quella meridionale. Il nord Europa è al freddo, con massime tra i 18 e i 20 gradi». Parole che ridimensionano il quadro offerto da molti quotidiani e notiziari, spesso concentrati su mappe rosso fuoco, grafici allarmistici e titoli che parlano di “temperature record” senza distinguere tra valori effettivi e percepiti.

Proprio su quest’ultimo punto arriva la critica più dura: «La temperatura percepita andrebbe perseguita per legge, perché non esiste, è un falso ed è procurato allarme». Una provocazione, certo, ma anche una denuncia di metodo: secondo Sottocorona, usare la temperatura percepita come riferimento per comunicare i fenomeni atmosferici genera disinformazione, alimenta la paura e impedisce ai cittadini di comprendere davvero cosa sta accadendo.

Che cos’è la temperatura percepita?

Per chiarire il senso della polemica, occorre definire cosa si intende per temperatura percepita. Si tratta di un valore indicativo che tiene conto di umidità, ventilazione, esposizione al sole e altri fattori che influenzano la sensazione termica soggettiva. In condizioni di elevata umidità, per esempio, il corpo umano fatica a disperdere calore attraverso il sudore, percependo un calore maggiore rispetto alla temperatura reale.

Tuttavia, secondo Sottocorona, affidarsi a questo dato – che non è misurabile con strumenti scientifici, ma calcolato attraverso modelli statistici – rischia di confondere i lettori e creare allarmi ingiustificati. La sua è una presa di posizione forte, in difesa della meteorologia scientifica e contro una comunicazione sensazionalistica che riduce il dibattito a toni da emergenza permanente.

Una questione di fiducia nell’informazione

Le parole del meteorologo si inseriscono in un dibattito più ampio sulla fiducia nell’informazione scientifica e sul ruolo dei media nel raccontare temi complessi come il riscaldamento globale o le fluttuazioni climatiche stagionali. Secondo Sottocorona, banalizzare i fenomeni atmosferici e trasformarli in strumenti di spettacolarizzazione può avere effetti dannosi, sia sul piano culturale che su quello pratico.

Il suo appello è, in fondo, un invito alla responsabilità comunicativa: informare senza esagerare, fornire dati corretti e distinguere sempre tra ciò che è misurabile e ciò che è percepito. Solo così si potrà costruire un rapporto sano e consapevole tra cittadini e clima, evitando sia il negazionismo che l’allarmismo infondato.

Il rischio di sottovalutare il problema

Attenzione, però: ridimensionare i toni non significa negare l’esistenza del problema climatico. Sottocorona non mette in discussione la realtà del cambiamento climatico o l’aumento medio delle temperature globali. La sua critica riguarda esclusivamente il modo in cui viene raccontato il caldo estivo in Italia, spesso trattato con superficialità o trasformato in spettacolo.

È proprio in nome della scientificità che il meteorologo chiede maggiore rigore, a partire dai numeri. Parlare di 40 gradi quando i termometri segnano 34 non aiuta nessuno, soprattutto in un Paese come l’Italia dove i fenomeni estremi – dagli incendi alle alluvioni – sono sempre più frequenti e richiedono strategie di adattamento reali, non solo titoli a effetto.

Un’occasione per riflettere

In definitiva, le dichiarazioni di Paolo Sottocorona offrono uno spunto utile per riflettere sul modo in cui viene trattato il tema del caldo in Italia, sia dai media che dal dibattito pubblico. Il suo intervento invita a distinguere tra percezione e realtà, tra comunicazione e informazione, e a recuperare un rapporto più sano con i dati, la scienza e la meteorologia. In un’epoca in cui tutto corre veloce – dalle notizie alle temperature – forse vale la pena fermarsi un momento e ascoltare chi il clima lo studia davvero. Con rigore, metodo e una buona dose di buonsenso.

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Ultimo Aggiornamento: 07/07/2025 16:04

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