
A quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, le nuove indagini sulla scena del crimine nella villetta di via Pascoli a Garlasco sembrano confermare quanto già noto: le tracce ematiche rinvenute sul tappetino del bagno e su due punti della scala apparterrebbero con ogni probabilità alla vittima. È quanto emerge dalla terza giornata di incidente probatorio legata alla riapertura del caso, che ora vede Andrea Sempio indagato per concorso nell’omicidio, insieme o in alternativa ad Alberto Stasi, già condannato in via definitiva.
Le indiscrezioni, trapelate prima da Quarto Grado e poi confermate da Fanpage.it, raccontano una giornata senza rivelazioni clamorose, ma che consolida alcuni elementi già noti. Il sangue sul tappetino era stato già indicato in passato come ematico, e le nuove analisi hanno ribadito tale natura, associandolo con “quasi certezza” alla giovane Chiara.

Il capello, ma non solo
Un altro dato: il presunto capello lungo circa 3 centimetri trovato sul sacchetto dei cereali nella cucina, che aveva alimentato teorie alternative, è in realtà un pelo privo di materiale genetico utile. Come spiegano fonti vicine all’indagine, «verranno comunque effettuate delle repliche di consolidamento e una ricerca su ipotetiche tracce Y, per evidenziare eventuali profili maschili contaminanti».
Secondo Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, «non sono emersi elementi nuovi di particolare interesse». L’analisi dei tamponi prelevati dal corpo di Chiara non ha rivelato fluidi biologici estranei, ma verranno comunque effettuate analisi del Dna più approfondite. Sul Dna sotto le unghie della giovane, elemento da sempre considerato potenzialmente decisivo, ci sarà ancora da attendere: il perito del giudice dovrà confrontarsi con chi svolse le prime analisi, ossia il dottor De Stefano e il Ris.
Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma e oggi consulente di Andrea Sempio, ha spiegato: «Acquisiremo la documentazione pregressa per valutare insieme i prossimi passi».
L’indagine, insomma, prosegue. Ma se da un lato si consolidano vecchie certezze forensi, dall’altro la possibilità di nuove svolte appare, al momento, remota. Il caso rimane ancora sospeso tra giustizia già pronunciata e ipotesi da verificare.