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Laura Grillo, la verità sulla carabiniera morta: l’Arma scossa dal dolore

Pubblicato: 18/07/2025 07:34

Aveva solo 28 anni, un grado conquistato con dedizione, e una divisa che indossava con orgoglio ogni giorno. Viveva e lavorava nella stessa caserma, a Siena, dove il 16 luglio i colleghi l’hanno trovata priva di vita. Si chiamava Laura Grillo, era originaria di Gravina di Puglia e comandava il Nucleo Forestale dei Carabinieri. La sua è l’ennesima tragedia che impone una riflessione ormai improrogabile: chi protegge chi ci protegge?

«Ricordatevi che il vostro benessere, e quello dei vostri familiari, è superiore a qualunque istruzione o procedura». Quelle parole, pronunciate nei mesi scorsi dal generale Pietro Oresta, risuonano oggi come un monito lacerante. Perché dopo la morte di Beatrice Belcuore, carabiniera 25enne trovata senza vita pochi giorni fa a Firenze, la morte di Laura è il secondo suicidio in divisa in Toscana in meno di una settimana.

La tesi principale: tutto fa pensare al suicidio

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso, anche se tutto fa pensare a un suicidio, probabilmente con la pistola d’ordinanza, all’interno del suo alloggio nella caserma. I colleghi, che l’hanno ritrovata, sono ora travolti dal dolore. Ma attorno alla morte di Laura si avverte anche un silenzio sordo, che non può più essere accettato.

A ricordarla è Vincenzo Incampo, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri: «Laura era una giovane carabiniera di grande valore, stimata per la sua professionalità, il senso del dovere e l’impegno nella tutela del territorio». Parole di affetto e stima che si accompagnano a un appello accorato: «Serve più attenzione al benessere psicologico del personale, affinché nessun collega si senta mai solo di fronte alle difficoltà».

Il sindacato rilancia con forza l’allarme su una crisi silenziosa ma profonda. Chiede di superare lo stigma che ancora oggi frena le richieste d’aiuto tra chi porta una divisa, di investire nella salute mentale con programmi strutturati, continui e accessibili. La tragedia di Laura Grillo è un’altra ferita aperta che tocca l’intera comunità dell’Arma, ma anche il Paese intero. Perché dietro ogni uniforme c’è una persona. E nessuno, davvero nessuno, dovrebbe essere lasciato solo.

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