
Nel mondo delle indagini giudiziarie, anche il dettaglio più insignificante può rivelarsi determinante. Un’impronta, una deviazione millimetrica, una traccia lasciata per caso possono fare la differenza tra verità e incertezza. E quando il tempo passa, l’attenzione verso i particolari si affina: ciò che ieri sembrava irrilevante, oggi può aprire nuovi scenari.
Il caso di Chiara Poggi, uccisa brutalmente nel 2007, rappresenta uno di quei momenti in cui la cronaca nera e il sentimento collettivo si sono intrecciati profondamente. Una vicenda rimasta impressa nella memoria pubblica, che continua a suscitare emozioni, interrogativi e, soprattutto, un bisogno incolmabile di giustizia piena e definitiva.
Spunta un’impronta con alluce valgo: cambia la scena del crimine

Potrebbe essere una semplice impronta plantare deformata, segnata da un alluce valgo, a riaprire uno dei casi giudiziari più controversi degli ultimi vent’anni. Il delitto di Garlasco, costato la vita a Chiara Poggi il 13 agosto 2007, potrebbe conoscere una nuova svolta grazie a un dettaglio fino a oggi rimasto marginale, ma che ora assume una valenza investigativa decisiva.
L’impronta, stando a quanto riportato da Dillinger News, non apparterrebbe né ad Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione, né a soggetti già noti nell’ambito dell’inchiesta. Il segno lasciato da un piede affetto da alluce valgo, secondo i periti, potrebbe essere l’indizio chiave per identificare l’”Ignoto 3″, figura mai emersa pubblicamente, ma già ipotizzata nei faldoni dell’inchiesta.
Esteso l’incidente probatorio: si cerca l'”Ignoto 3“

A rilanciare le indagini è stato il giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, che ha deciso di estendere l’incidente probatorio, permettendo nuovi approfondimenti di natura biologica e forense. L’obiettivo è contestualizzare la misteriosa impronta all’interno della scena del crimine e verificare se possa essere associata a una terza persona mai identificata fino ad oggi. La Procura di Pavia mantiene il più stretto riserbo, ma l’attenzione mediatica intorno al caso si è riaccesa.
Il tema sarà affrontato anche nella puntata di questa sera di “Filorosso”, il programma condotto da Manuela Moreno su Rai 3, con ospiti gli avvocati Alberto De Rensis, difensore di Stasi, e Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, altra figura rientrata nelle passate ipotesi investigative.
Diciotto anni dopo, il mistero continua
A diciotto anni dal delitto di Chiara Poggi, il mistero continua a essere oggetto di interrogativi, ipotesi e approfondimenti tecnici. Secondo Gianluca Zanella, voce del canale Darkside, intervenuto su Radio Cusano Campus, «Stasi non poteva essere condannato con quella sentenza, con quel processo, con quelle indagini». Pur senza sposare teorie complottiste, Zanella ha sottolineato che la prova scientifica da sola non basta: «Va contestualizzata. Io credo che la Procura abbia raccolto altri elementi. Bisognerà aspettare ottobre, la fine dell’incidente probatorio».
Il caso di Garlasco, dunque, resta aperto nei fatti e nella percezione pubblica, con quell’alluce valgo che ora potrebbe cambiare tutto. Se le verifiche confermeranno l’appartenenza dell’impronta a una terza persona, il quadro dell’omicidio potrebbe essere riscritto, aggiungendo un nuovo e clamoroso capitolo alla vicenda giudiziaria che ha segnato un’epoca.