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“L’ha ucciso lei”. Maurizio trovato morto così, dopo anni la terribile scoperta: la verità sul dramma

Pubblicato: 30/07/2025 09:20
uccise compagno arrestata Gioia Tauro

Era una di quelle mattine qualunque, con l’odore del caffè ancora nell’aria e il rumore sommesso delle tapparelle che si alzano lentamente. Le giornate, in certi angoli d’Italia, iniziano così: senza clamori, con il passo tranquillo di chi conosce a memoria i propri spazi e i propri silenzi. La routine è fatta di piccoli gesti: aprire le finestre, controllare l’orologio, rispondere a qualche messaggio. Nessuno si aspetta che, dietro una porta chiusa, possa celarsi qualcosa di irrimediabile.
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Quando la vita segue percorsi apparentemente lineari, è più difficile accorgersi delle crepe. Anche chi è più vicino a noi può diventare invisibile, soprattutto se il dolore, o la paura, vengono nascosti con attenzione. Si può vivere fianco a fianco e non sapere nulla davvero. Si può anche morire così: in silenzio, senza lasciare grida né sospetti. E quando tutto sembra normale, è lì che la verità si nasconde meglio.

Il sospetto che rompe la calma

Solo dopo mesi, e poi anni, quella calma apparente ha iniziato a incrinarsi. Gli inquirenti hanno seguito pazientemente il filo di domande che non trovavano risposte, fino a ricostruire un quadro molto diverso da quello iniziale. Dietro una morte definita inizialmente “naturale” si celava invece un delitto freddo e premeditato, consumato in una casa come tante, in una cittadina come tante.

Il caso riguarda una donna di 63 anni, residente a Gioia Tauro, nel Reggino, arrestata nelle ultime ore con l’accusa di omicidio aggravato. Secondo la ricostruzione degli inquirenti della Procura di Palmi, la donna avrebbe ucciso il compagno, Maurizio Ansaloni, facendo credere per oltre un anno che l’uomo fosse morto per cause naturali. Il decesso risale al gennaio del 2023, ma solo ora emerge una verità completamente diversa.

Un giallo smascherato dai carabinieri

A sollevare i primi dubbi furono proprio i carabinieri, chiamati inizialmente per constatare quella che appariva come una morte domestica, priva di anomalie. Ma alcune incongruenze e dettagli poco convincenti portarono gli investigatori ad approfondire. L’apertura di un’inchiesta da parte della Procura ha dato il via a due anni di indagini riservate, culminate con l’arresto della donna.

Secondo quanto emerso, l’omicidio sarebbe stato premeditato. La donna avrebbe agito con lucidità e sangue freddo, nascondendo ogni traccia utile a far emergere la violenza. Nessun segno evidente, nessun rumore fuori posto. Solo il passare dei giorni, poi dei mesi, fino a quando il sospetto si è fatto abbastanza forte da diventare accusa.

La verità che riaffiora dopo due anni

Il quadro ricostruito dagli inquirenti è ora chiaro: quella che appariva come una morte naturale è stata una messinscena, secondo gli inquirenti, architettata per coprire un omicidio consumato tra le mura di casa. Il movente, ancora da definire nei dettagli, sarebbe legato a dinamiche relazionali complesse e forse a questioni economiche. La donna avrebbe ingannato tutti: familiari, amici, perfino i soccorritori.

Ora è detenuta con l’accusa di omicidio aggravato. A inchiodarla sarebbero riscontri tecnici e testimonianze raccolti nel tempo, che hanno portato il giudice per le indagini preliminari a disporre la custodia cautelare in carcere. Un epilogo che riporta alla luce una morte rimasta troppo a lungo nell’ombra, e che chiede ora giustizia.

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