Vai al contenuto

Villa Pamphili, l’orrore di Kaufmann sulla compagna già morta: “Cosa le ha fatto”

Pubblicato: 30/07/2025 08:58
Kaufmann spogliò compagna morta

Un’impronta digitale sul reggiseno della vittima potrebbe essere la prova chiave per incastrare Francis Kaufmann, il 46enne californiano accusato del duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova, 28 anni, e della figlia Andromeda, di appena 11 mesi. Il caso, che ha sconvolto Roma, si arricchisce di un nuovo elemento investigativo emerso nelle ultime ore e che sembra rafforzare il quadro accusatorio già delineato dalla Procura.
Leggi anche: Omicidio Villa Pamphili, interrogatorio: Kaufmann ha scelto di non rispondere

L’impronta che può incastrare Kaufmann

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il corpo di Anastasia Trofimova è stato trovato lo scorso 7 giugno nel cuore di Villa Pamphili, a Roma. Era nudo, coperto da un telone, e in avanzato stato di decomposizione. Ma proprio su uno degli indumenti che la donna presumibilmente indossava prima della morte – il reggiseno – gli inquirenti avrebbero isolato un’impronta di Francis Kaufmann. Non una semplice traccia di Dna, ma un vero e proprio segno della mano, rimasto impresso con forza, al punto da permettere una ricostruzione precisa.

Secondo l’ipotesi degli inquirenti, l’uomo avrebbe avuto difficoltà a spogliare Anastasia dopo averla uccisa. Gli arti irrigiditi del cadavere avrebbero ostacolato la manovra, inducendolo a esercitare una pressione anomala sulla biancheria intima della vittima. È così che sarebbe rimasta impressa l’impronta, insieme a una quantità elevata di materiale genetico, ritenuta inconsueta e rilevante dal punto di vista forense.

Una ricostruzione ancora provvisoria

La dinamica del delitto, per ora, resta provvisoria. Stando alla prima ipotesi formulata dalla Procura, Francis Kaufmann avrebbe prima strangolato Anastasia, senza però lasciare segni evidenti attorno al collo, e successivamente si sarebbe occupato di nascondere il corpo. Dopo averla denudata, l’avrebbe avvolta in un telo di plastica e abbandonata nella zona verde di Villa Pamphili.

A confermare ulteriormente il coinvolgimento del californiano sarebbe anche la presenza del suo Dna sul sacco sotto cui il corpo è stato ritrovato. Un dettaglio che, secondo gli inquirenti, smentirebbe qualsiasi ipotesi alternativa di estraneità ai fatti.

Le condizioni del corpo e le difficoltà investigative

Il quadro accusatorio, tuttavia, si scontra con una complicazione non secondaria: lo stato del cadavere. Al momento del ritrovamento, infatti, il corpo di Anastasia era già in fase avanzata di decomposizione, aggravata dalle temperature elevate dei giorni precedenti. Questo ha reso più difficile rilevare segni di violenza evidenti, come ecchimosi o fratture.

La mancanza di segni marcati di strangolamento ha imposto alla scientifica un lavoro minuzioso sui pochi indizi rimasti intatti. L’impronta, in questo senso, assume un ruolo centrale nelle indagini, insieme all’esito delle analisi autoptiche, che verranno depositate nelle prossime ore e potrebbero chiarire le cause della morte in modo più dettagliato.

La posizione della difesa

Nel frattempo, la difesa di Francis Kaufmann, arrestato in Grecia il 13 giugno ed estradato in Italia, ha deciso di rinunciare al riesame. Una scelta che lascia invariata la misura cautelare e che viene letta dagli osservatori come un possibile segnale di strategia difensiva attendista, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.

Il 46enne, secondo le prime testimonianze raccolte, avrebbe conosciuto Anastasia Trofimova a Malta, dove i due avevano vissuto una relazione da cui è nata la piccola Andromeda, trovata morta insieme alla madre. La Procura ritiene che anche la bambina sia stata strangolata, ma le indagini sulla sua morte sono ancora in corso.

Un’indagine ancora aperta

Il caso rimane al centro dell’attenzione mediatica per la sua crudeltà e per le sue implicazioni familiari. Gli investigatori stanno continuando a lavorare per ricostruire le ultime ore di vita della donna e della figlia, verificando movimenti, comunicazioni e testimonianze che potrebbero arricchire la ricostruzione.

L’impronta sul reggiseno, insieme al Dna sui materiali usati per occultare il corpo, costituisce al momento la base del quadro indiziario contro Kaufmann. Ma la chiave definitiva per stabilire responsabilità precise potrebbe arrivare solo con i risultati ufficiali dell’autopsia, che verranno resi noti a breve.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure