
Erano partiti per una vacanza come tante, alla ricerca di qualche giorno di pace, mare limpido e silenzi lontani dalla città. Una di quelle fughe d’estate che si immaginano piene solo di tramonti, risate leggere e sabbia tra i capelli. Invece, per Iris Serra e Gabriele Tulli, il viaggio si è trasformato in una corsa contro il tempo, un incubo tra fiamme, paura e adrenalina pura.
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I dettagli del paesaggio, la brezza salmastra sulla pelle, le foto scattate in riva al mare pochi minuti prima del disastro: tutto sembrava perfetto, fino al momento in cui il cielo ha cambiato colore e l’aria si è fatta irrespirabile. Nessun segnale d’allarme, nessuna avvisaglia. Solo il rumore improvviso delle grida e la vista di colonne di fumo nere, alte, minacciose, che si facevano largo tra il verde collinare e le spiagge.
Il rogo improvviso che ha travolto Punta Molentis
L’incendio è scoppiato domenica 27 luglio 2025 lungo la costa di Punta Molentis, nel comune di Villasimius, in Sardegna. Una delle aree più amate e tutelate dal punto di vista naturalistico, frequentata ogni estate da migliaia di turisti, si è trasformata in pochi istanti in uno scenario infernale. In quel momento Iris, 24 anni, e Gabriele, 26, entrambi di Anzio, si trovavano lungo il sentiero che collega le due baie della zona, ignari del disastro imminente.

«Volevamo solo tornare alla macchina», racconta Iris, «ma ci siamo fermati per una foto. Il vento era forte, ma nessuno ci aveva detto che stava arrivando il fuoco». Quando la notizia del rogo ha cominciato a diffondersi tra i bagnanti, i due giovani si sono separati per recuperare zaini, asciugamani e mettere in moto l’auto. Ma appena arrivati al parcheggio, la strada era già invasa dalle fiamme. I vigili del fuoco hanno bloccato ogni uscita. A quel punto, non è rimasta che una scelta: correre verso il mare.
In acqua per salvarsi: «Topi in trappola»
Nel caos generale, con decine di turisti presi dal panico, molti hanno deciso di abbandonare le auto e tornare in spiaggia. Anche Iris e Gabriele hanno fatto lo stesso. Con il minimo indispensabile sulle spalle, si sono tuffati in acqua e hanno iniziato a nuotare alla cieca, tra fumo e cenere che galleggiava sull’acqua.
«Non si vedeva più nulla, il cielo era completamente grigio», racconta Gabriele. «Abbiamo trovato degli scogli e ci siamo aggrappati, eravamo stanchissimi. Non si toccava e l’acqua era gelida. Accanto a noi c’era una famiglia intera su un materassino, e il signore che aveva dato l’allarme stava attaccato a una boa. Dall’altro lato della baia, almeno un centinaio di persone in mare aspettavano i soccorsi. Sembrava di essere dei topi in trappola».
Il salvataggio in extremis e il ritorno a riva
Solo dopo oltre un’ora di attesa in acqua, la giovane coppia è stata raggiunta dai bagnini provenienti da Is Traias, che sono riusciti a portarli in salvo. Una volta a terra, sono stati trasferiti in una scuola utilizzata dalla Protezione civile per accogliere i numerosi bagnanti salvati via mare. Da lì hanno potuto contattare le famiglie e il proprietario della casa vacanza, che li ha aiutati a rientrare per recuperare i bagagli in vista della partenza.

Il giorno seguente, una prima notizia positiva: la loro auto, lasciata nel punto di collegamento tra le due baie, era rimasta miracolosamente intatta. «Non ci credevo, quando i carabinieri ci hanno fatto vedere il video», dice Gabriele. Ma il sollievo è durato poco: nel caos aveva perso il marsupio con documenti e chiavi. La soluzione è arrivata solo martedì, quando il marsupio è stato ritrovato sulla riva. «Siamo stati incredibilmente fortunati», commenta Iris con la voce ancora rotta.
Il rientro a casa e le indagini in corso
Mercoledì sera, Iris e Gabriele hanno potuto fare ritorno ad Anzio. «Siamo ancora scossi, ma felici di essere vivi», dice Gabriele. I due riportano solo lievi graffi e lividi. Nessuna vittima, per fortuna, ma la ferita emotiva resterà a lungo. «Quelle immagini non le dimenticheremo mai», ammette la ragazza.
Intanto, le indagini della Forestale proseguono. L’ipotesi è quella di incendio doloso: sono stati trovati tre inneschi e un’auto sospetta è stata vista transitare nei pressi poco prima che le fiamme si propagassero. Le immagini delle telecamere del parcheggio sono ora al vaglio degli investigatori.
«Chi ha fatto questo ha messo a rischio centinaia di vite», conclude Iris. «La paura forse passerà, ma certe cose non le cancelleremo mai».