
Il mondo dello spettacolo può essere implacabile: il successo può svanire in un soffio, lasciando spazio a una realtà ben diversa da quella sognata sotto i riflettori. Michela Miti, una volta simbolo della commedia sexy italiana, oggi affronta una vita segnata da precarietà e difficoltà economiche. Gli anni d’oro degli Ottanta non sono bastati a garantirle sicurezza: la celebre “maestra” dei film di Pierino ora si trova a lottare ogni giorno per arrivare a fine mese nei sobborghi di Roma.
Dal centro di Roma alla periferia: il racconto di una caduta
Il presente di Michela Miti è lontano dagli agi della Roma bene. Oggi vive lungo la via Casilina, in una zona popolare distante dall’eleganza di Vigna Clara, il quartiere che per anni ha chiamato casa. “È un bel salto all’indietro”, racconta al Corriere della Sera, “visto che ho sempre abitato a Vigna Clara”. A 62 anni, pranza alla mensa della Caritas e affronta una serie di problemi che l’hanno travolta: “Mi sono capitati tanti guai, uno dopo l’altro”.

Uno sfratto imminente e una salute precaria
La sua situazione è peggiorata con la morte della madre, seguita da problemi fisici e dalla fine delle opportunità lavorative. Il rischio di sfratto si fa sempre più concreto: “Ho ricevuto una proroga di recente. Ma qui sono senza gas, cucino grazie a un fornelletto elettrico”. L’appartamento di 70 metri quadri in cui vive apparteneva alla madre Ivana. “Mi sono stabilita da lei nel 2013, dopo la morte del mio compagno”. Oggi Michela non può permettersi nemmeno un’operazione al menisco: “Non posso sostenere tutte le spese, con lo sfratto che ho…”.

Una storia d’amore e di rimpianti
Il compagno di cui parla era lo scrittore Alberto Bevilacqua, con cui ha condiviso quasi vent’anni della sua vita. “Il mio compagno non mi ha lasciato nulla: vivevamo la nostra vita istante per istante. Non ci pensavamo. La soluzione poteva essere il matrimonio: lui però veniva da un’esperienza difficile”. Michela ricorda anche il dolore per un padre assente e l’amarezza di ciò che avrebbe potuto essere: “Quando Alberto stava per intestarmi i diritti dei suoi libri, ebbe il crollo che lo portò alla morte. Delle successive vicende legali con la sua famiglia preferisco non parlare”.

Solo un assegno di inclusione e tanti ricordi
L’unica fonte di reddito oggi per Michela Miti (all’anagrafe Michela Macaluso) è l’assegno di inclusione. Ha dovuto vendere gli ultimi oggetti di valore, tra cui un’ambra appartenuta a Bevilacqua. “Quello che avevo l’ho speso anche per curare mamma”, racconta. “Era una parrucchiera, è sempre stata il mio punto di riferimento. Ho qualche diritto per i film, ma roba di spiccioli”.
Tra passato e presente: la forza di andare avanti
I ricordi restano vivi, come quelli legati a Federico Fellini: “Mi volle per La città delle donne, ma non per recitare: era come se fossi sua figlia. Quando si arrabbiava con la troupe, la produzione mi chiamava: ‘Corri qui, prova a calmarlo’. Quando mi vedeva gridava: ‘C’è Michelina, stop!’”. E oggi, nonostante tutto, Michela trova ancora la forza di sorridere: “Quando esco di casa sono sempre nascosta sotto gli occhiali da sole. Ma sorrido sempre a chi mi riconosce”.