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Autopsia Simona Cinà, la verità nascosta: perché è successo

Pubblicato: 07/08/2025 13:56

Era una notte di sorrisi, brindisi e conquiste. Una villa, una piscina illuminata e un gruppo di giovani pronti a celebrare il futuro. Tra loro c’era Simona Cinà, 20 anni, pallavolista di Capaci, atleta apprezzata, sportiva rigorosa. Eppure, in quella stessa notte, qualcosa è andato storto. Simona è stata trovata senza vita sul fondo della piscina, durante una festa di laurea a Bagheria. I tentativi di rianimarla sono stati inutili. A distanza di giorni, restano il dolore, le domande — e finalmente i primi risultati dell’autopsia.

Le prime risposte dell’autopsia: esclusi infarto e patologie cardiache

Secondo le prime indiscrezioni diffuse dagli ambienti sanitari, Simona sarebbe morta per annegamento. Nei polmoni è stata rilevata una quantità significativa di acqua, elemento compatibile con una morte per asfissia da immersione. L’esame autoptico, svolto al Policlinico di Palermo, non ha evidenziato patologie cardiache pregresse né malformazioni congenite. Una conclusione che sgombra il campo da ipotesi come l’infarto improvviso o altre condizioni silenti, a lungo temute anche per via della giovane età della vittima.

I nodi ancora da sciogliere: il malore e l’alcol

Tuttavia, l’autopsia non ha chiarito cosa abbia causato la perdita di coscienza di Simona, se sia stato un malore spontaneo, oppure indotto da alcol o sostanze. A tal proposito, saranno decisivi gli esami tossicologici, i cui risultati sono attesi nelle prossime settimane. Solo questi potranno chiarire se la ragazza abbia assunto, anche involontariamente, alcolici o altre sostanze che potrebbero aver compromesso le sue capacità fisiche, causando l’incidente.

La festa, i sequestri, l’inchiesta aperta per omicidio colposo

Nel frattempo, prosegue l’inchiesta della Procura di Termini Imerese, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. I carabinieri hanno sequestrato oltre 20 bottiglie di alcolici, bicchieri, asciugamani, e gli indumenti indossati da Simona quella sera. Un’indagine che punta a verificare l’eventuale consumo di sostanze, ma anche il livello di sorveglianza attorno alla piscina e la tempestività dei soccorsi. Nessuno, infatti, pare essersi accorto del momento esatto in cui la ragazza è finita in acqua. Solo due giovani presenti si sono tuffati in un estremo tentativo di salvarla, ma era già troppo tardi.

Il dolore della famiglia: “Era in salute, vogliamo la verità”

La famiglia Cinà, ancora sotto shock, esclude qualsiasi fragilità fisica della figlia. «Era seguita regolarmente dai medici sportivi, non aveva mai avuto problemi di salute», hanno ribadito i genitori e il fratello Gabriele Cinà. I legali della famiglia, Gabriele Giambrone e Davide Carnese, seguiranno da vicino l’evolversi delle indagini, assistiti da un perito di parte.

In attesa degli esiti completi, tra cui quelli istologici e tossicologici, resta l’interrogativo centrale: cosa è successo esattamente a Simona Cinà quella notte? Un momento di disattenzione? Un’imprudenza? O qualcosa di più grave? La verità, forse, è ancora sul fondo di quella piscina.

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Ultimo Aggiornamento: 07/08/2025 16:10

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