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Choc in Italia: marito e moglie trovati mummificati nella loro villa, dopo mesi l’incredibile scoperta

Pubblicato: 09/08/2025 12:03

Un mistero svelato tra le colline veronesi: la vicenda dei coniugi trovati mummificati nella loro villa a Montericco continua a far parlare l’Italia. Dopo mesi di silenzio, un nuovo dettaglio sulla loro eredità sconvolge la narrazione, svelando un lato inedito della loro storia. Prima di scoprire questa rivelazione, ripercorriamo insieme la vita e la scelta radicale di Marco Steffenoni, 75 anni, e Maria Teresa Nizzola, 76 anni.

Per oltre vent’anni, la coppia ha vissuto immersa nella quiete della propria villa, isolandosi dal resto del mondo. Gli Steffenoni avevano deciso di bastarsi, circondati solo dalla natura e dal panorama tra la città e Negrar. La loro fine, avvenuta in silenzio per una intossicazione da monossido di carbonio, è stata confermata dal medico legale incaricato dalla procura.

Quando la villa diventa silenzio: la scoperta choc

Il 15 marzo, tre giovani appassionati di “urbex” – l’esplorazione urbana di edifici abbandonati – hanno trovato i corpi dei coniugi, ormai mummificati, a circa tre mesi dalla loro morte. La villa si presentava in stato di completo abbandono: mosche ovunque, la posta accumulata e bollette scadute. Maria Teresa era seduta su una poltrona al piano terra, Marco adagiato nella camera da letto al piano superiore.

Secondo le indagini, Maria Teresa è stata la prima a spegnersi, seduta davanti al camino da cui si sprigionava il gas letale. Il calore intenso ha accelerato la disidratazione del corpo, rendendo impossibile prelevare campioni di sangue utili a rilevare il monossido. Solo dopo, la sostanza ha raggiunto Marco, il cui sangue presentava una concentrazione del 42%. L’uomo, colpito da arresto cardiaco, è caduto a terra nel silenzio della villa.

Un’eredità insperata e il ruolo del WWF

I risultati dell’autopsia, arrivati dopo quasi otto mesi dalla morte e cinque dal ritrovamento, hanno escluso responsabilità esterne. La procura si avvia verso l’archiviazione, ma proprio questa conclusione ha permesso di chiarire la questione dell’eredità. I coniugi, soci WWF dagli anni Ottanta, avevano deciso di lasciare tutti i loro beni all’associazione ambientalista. Il testamento ufficiale era quello di Marco Steffenoni, mentre Maria Teresa ne aveva redatti più di uno. Il dettaglio temporale della morte è stato cruciale: essendo deceduta prima Maria Teresa, anche di poche ore, i suoi beni sono passati al marito e poi, con la villa, direttamente al WWF.

Il WWF si occuperà anche del funerale e della sepoltura nella cappella di famiglia di Maria Teresa, nel Mantovano. Tuttavia, dal momento che non è stato possibile stabilire con precisione il tasso di monossido nel sangue della donna, non si esclude che qualche parente possa tentare di rivendicare l’eredità. Nel frattempo, le salme si trovano ancora all’Istituto di Medicina Legale di Borgo Roma.

Una vita fuori dagli schemi

Maria Teresa si era trasferita a Verona da giovane per studiare, dove aveva incontrato Marco. Lui, laureato in Medicina e Chirurgia a Padova nel 1977, aveva avviato uno studio odontoiatrico nel cuore della città. La coppia, già riservata, si era ritirata definitivamente dalla vita sociale dopo la pensione di Marco. «Mio fratello e sua moglie hanno vissuto una bella vita – aveva riferito Paolo Steffenoni qualche mese fa –. Hanno viaggiato molto e fatto beneficenza. Erano amanti della natura e degli animali. Avevano deciso di isolarsi e la loro scelta di vita va rispettata».

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