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Fuga di cloro da impianto idrico: centinaia di intossicati, situazione gravissima

Pubblicato: 11/08/2025 08:05

La notte aveva un odore acre e metallico. Sulla strada, tra tende improvvisate e passi lenti, c’era chi pregava, chi cantava sommesso, chi cercava un po’ d’aria nel caldo pesante. Poi, all’improvviso, il bruciore agli occhi, la gola che si chiude, il fiato che manca. Ambulanza dopo ambulanza, le luci hanno inciso il buio come fendenti.

Nel caos ordinato dei soccorsi, medici e volontari hanno distribuito mascherine, ossigeno, rassicurazioni. Qualcuno tossiva senza riuscire a parlare, altri barcollavano tenendosi al petto. Nessuno capiva subito l’origine di quel gas che sembrava mordere i polmoni. Ma il flusso verso gli ospedali non si fermava.

Fuga di cloro gassoso: oltre 600 persone curate per difficoltà respiratorie tra i pellegrini in marcia verso le città sante

Più di seicento persone hanno ricevuto cure mediche per gravi difficoltà respiratorie dopo aver inalato cloro gassoso. L’episodio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica a causa di una fuga da un impianto di trattamento delle acque situato lungo la strada che collega Najaf e Kerbala, città sante per la comunità sciita e sede dei santuari dell’Imam Hussein e di suo fratello Abbas. La notizia è riportata da Le Figaro.

In questi giorni Kerbala ospita milioni di pellegrini sciiti diretti alle celebrazioni dell’Arbaeen, uno dei più grandi raduni religiosi al mondo, che ricorda il quarantesimo giorno di lutto per il martirio dell’Imam Hussein, nipote del Profeta Maometto e figura centrale per l’Islam sciita.

Secondo una nota del Ministero della Salute iracheno, «sono stati registrati 621 casi di soffocamento a seguito di una fuga di cloro gassoso a Kerbala. Tutti hanno ricevuto le cure necessarie e hanno lasciato gli ospedali in buone condizioni di salute».

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