
Nelle ultime settimane l’Italia è stata scossa da un grave focolaio di intossicazione da botulino sviluppatosi sul Tirreno cosentino: diversi pazienti che avevano consumato panini con salsiccia e friarielli acquistati presso un food truck sul lungomare di Diamante sono finiti in ospedale con sintomi compatibili (diplopia, disfagia, debolezza muscolare, insufficienza respiratoria). All’Annunziata di Cosenza sono stati ricoverati 12 pazienti tra i 16 e i 50 anni: nove in terapia intensiva e tre in pronto soccorso. In cinque casi è stato necessario l’antidoto anti-botulinico, con ulteriori dosi autorizzate dal Centro nazionale antiveleni di Pavia.
Sul fronte giudiziario, la Procura di Paola ha iscritto tre indagati (il venditore ambulante e i legali rappresentanti di due ditte fornitrici), ha sequestrato il furgone adibito alla vendita e coinvolto NAS e ASP per i riscontri tecnico-scientifici. Gli inquirenti ipotizzano criticità nella catena del freddo e hanno segnalato anche ritardi diagnostici che, in alcuni casi, avrebbero aggravato il decorso clinico. È stata inoltre aperta un’indagine sulla morte sospetta di una 45enne di Praia a Mare, con disposta riesumazione per accertare un eventuale collegamento con lo stesso focolaio.
Le autopsie confermano l’intossicazione da botulino sulle due vittime in Calabria. È emerso al termine degli accertamenti svolti su Tamara D’Acunto e Luigi Di Sarno, le due persone decedute nei giorni scorsi nell’ambito del focolaio di intossicazione da botulino dopo aver mangiato panini con salsiccia e friarielli da un food truck. La conferma sull’intossicazione da botulino arriva anche dall’indice di asfissia riscontrata sulle due vittime.