Vai al contenuto

Botulino a Diamante, il racconto di Gaia Vitiello: “Se mia sorella non mi avesse portata in ospedale, oggi non sarei qui”

Pubblicato: 14/08/2025 08:18

«Se mia sorella Alessia non mi avesse portata in ospedale con la forza, io oggi non sarei qui». Con queste parole Gaia Vitiello, 24 anni, studentessa di Lingue alla Federico II di Napoli, ha raccontato al Corriere della Sera la sua esperienza dopo essere rimasta intossicata dal botulino in seguito a un panino acquistato al food truck “Peppino” durante l’International Streetfood Festival di Diamante.

La vicenda, che ha portato all’annullamento di tutti gli eventi del festival in Calabria e a nuovi controlli dei Nas in tutta Italia, ha coinvolto finora 11 persone finite in ospedale: tre in terapia intensiva, tre in pediatria e cinque nei reparti di area medica. Gaia, ricoverata all’ospedale Annunziata di Cosenza, oggi lascia la Rianimazione per il reparto di Medicina.


«Era la prima volta che aggiungevo i broccoli»

Gaia ha ricostruito le ore precedenti all’intossicazione: «Dopo la discoteca il 5 agosto scorso, io e i miei amici siamo andati da “Peppino” per il solito panino. Erano le 4.30 del mattino. I miei amici l’hanno farcito con maionese, salsicce e patatine. Io ho aggiunto i broccoli. Era la prima volta che lo facevo».

I primi sintomi sono arrivati quasi subito: «Un’ora dopo ho avuto la diarrea, ho pensato a un’indigestione. Il giorno dopo i sintomi si sono fatti più forti. Era già uscita la notizia delle intossicazioni da botulino».

«Non riuscivo a deglutire»

La situazione è rapidamente peggiorata: «Non riuscivo a deglutire e avevo tremori alle gambe. Con mia sorella sono andata alla clinica Tirrenia di Belvedere Marittimo e i medici ci hanno subito dirottati a Cosenza».

Al suo arrivo in ospedale, i sanitari hanno agito immediatamente. «Ho trovato medici eccezionali che hanno capito la gravità della situazione e mi hanno portata in Rianimazione», ha ricordato Gaia. Il primario Andrea Bruni ha spiegato che la rapidità dell’intervento e l’arrivo tempestivo del siero antitossina dalla farmacia militare di Taranto hanno salvato molte vite. «Dopo qualche ora dal ricovero mi hanno iniettato l’antitossina. Mi considero fortunata», ha confermato la giovane.

«A Diamante ci tornerò»

Nonostante la brutta esperienza, Gaia non ha intenzione di rinunciare alle sue vacanze nel borgo calabrese: «Con la mia famiglia veniamo a Diamante da tantissimi anni. Ci ritorneremo. È un posto sul mare davvero fantastico».

Quanto ai piani per il futuro immediato, la risposta è semplice: «Abbraccerò mia nonna Giovanna e poi andrò al mare. Prima, però, andrò a trovare i miei amici e li sfiderò a carte».

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 14/08/2025 08:51

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure