
Immaginate una famiglia apparentemente normale in una tranquilla cittadina, la cui routine viene spezzata da una sparizione che sembra inspiegabile. Un uomo di mezza età, un marito e padre, esce per un’escursione in kayak e non torna più.
La sua imbarcazione viene ritrovata capovolta in un lago, con i suoi documenti d’identità a galla, a testimonianza di una presunta tragedia. Per giorni, le squadre di ricerca setacciano il lago, mentre la famiglia vive nel limbo tra speranza e disperazione. Ma la storia che sembra un doloroso annegamento si rivela essere una fuga audace, orchestrata per inseguire una vita segreta dall’altra parte del mondo.
La finta scomparsa
Nel pittoresco stato del Wisconsin, una storia degna di un film ha preso vita, scuotendo le fondamenta di una famiglia e mettendo in moto una complessa operazione di ricerca. Il protagonista di questa vicenda è Ryan Borgwardt, un uomo di 45 anni di Watertown, la cui doppia vita e un piano rocambolesco lo hanno portato a una condanna per aver inscenato la sua stessa morte. Il motivo? Inseguire una donna uzbeka incontrata sui social media, dall’altra parte del mondo.
Il 12 agosto dell’anno scorso, l’allarme è scattato quando Ryan è stato dichiarato scomparso. La sera prima, aveva detto a sua moglie, con cui era sposato da 22 anni, che sarebbe andato a fare kayak sul Green Lake, un luogo sereno a circa 80 chilometri da casa loro. Ma il suo viaggio non era verso il lago, bensì verso una nuova vita. Una volta arrivato, ha meticolosamente messo in scena la sua presunta morte: ha capovolto il kayak nel lago e vi ha lasciato la sua carta d’identità, creando una scena credibile di annegamento. Mentre le autorità del Wisconsin iniziavano una disperata ricerca del suo corpo, lui era già in fuga.
Un viaggio transcontinentale
Il piano di Borgwardt era astuto e ben calcolato. Dopo aver simulato l’incidente, si è diretto in Canada, a Toronto, dove si è imbarcato su un volo diretto a Parigi. La sua destinazione finale era un paese dell’Asia per incontrare la donna uzbeka, ma ha fatto scalo in Georgia, dove sperava di non essere rintracciato. Per quasi due mesi, le squadre di ricerca hanno setacciato il Green Lake, convinte di trovare il suo corpo, ma invano. Dopo 58 giorni di ricerche infruttuose, gli investigatori hanno iniziato a nutrire seri dubbi sull’annegamento. La mancanza di un corpo e alcune discrepanze nel suo caso hanno spinto le autorità a espandere l’indagine oltre il lago.

La scoperta della verità
L’indagine ha preso una svolta inaspettata quando gli investigatori hanno scoperto che Borgwardt aveva ottenuto un nuovo passaporto solo tre mesi prima della sua “scomparsa”. Questo dettaglio cruciale ha indirizzato le indagini verso una pista completamente diversa: l’uomo non era annegato, ma aveva premeditatamente inscenato la sua morte per fuggire. A novembre, dopo una meticolosa indagine, le autorità sono riuscite a rintracciarlo e a convincerlo a tornare negli Stati Uniti. Il suo rientro, a dicembre, è stato un momento di resa dei conti. Al suo arrivo, Borgwardt si è costituito, ma la sua azione ha avuto gravi conseguenze.
La condanna e le conseguenze
La fuga di Ryan Borgwardt ha avuto un prezzo salato. È stato arrestato con l’accusa di aver ostacolato la giustizia simulando un reato. Il giudice, nel pronunciare la sentenza, ha tenuto conto del tempo che l’uomo aveva trascorso in latitanza, condannandolo a 89 giorni di reclusione, un giorno per ogni giorno che era riuscito a far perdere le sue tracce. Oltre alla reclusione, Borgwardt è stato condannato a pagare 30 mila dollari di risarcimento alle forze dell’ordine per coprire i costi esorbitanti delle ricerche e dell’indagine. Ma le conseguenze più dolorose non sono state quelle legali. Quattro mesi dopo il suo ritorno, la moglie, con la quale aveva condiviso una vita per oltre due decenni, ha chiesto il divorzio, mettendo fine a un matrimonio distrutto dalla sua menzogna. La storia di Ryan Borgwardt serve da monito su come le scelte personali possano avere ripercussioni devastanti non solo sulla propria vita, ma anche su quella dei propri cari.