
Il clima di emergenza e pericolo in una delle aree più contese del mondo continua a intensificarsi. Nelle ultime ore, nuovi avvertimenti sono stati diffusi rivolti alla popolazione civile, costretta ancora una volta a decidere in fretta se rimanere o tentare una difficile evacuazione. Le operazioni militari in corso stanno generando conseguenze sempre più gravi sul piano umanitario, con crescenti allarmi lanciati dalle organizzazioni internazionali.
L’urgenza comunicata da fonti militari lascia pochi dubbi sulla gravità della situazione: la città al centro delle tensioni è nuovamente teatro di bombardamenti, evacuazioni forzate e dichiarazioni ufficiali dai toni drammatici. Le istituzioni umanitarie parlano apertamente di un disastro in arrivo, mentre cresce il numero delle vittime civili.
“Evacuate subito”: l’avviso dell’Idf ai residenti di Gaza City
A lanciare l’allarme è stato il colonnello Avihai Adraee, portavoce dell’esercito israeliano (Idf) per la lingua araba, che ha diffuso un messaggio via social rivolto agli abitanti di alcuni isolati di Gaza City. L’Idf ha annunciato che “colpirà presto la struttura a causa della presenza di infrastrutture terroristiche di Hamas al suo interno o nelle vicinanze”. L’avviso riguarda in particolare la Torre Al-Ra’i e le tende vicine tra Beirut Street e Arab League Street.
Il comunicato aggiunge: “Per la vostra sicurezza, siete tenuti a evacuare immediatamente l’area verso sud, nella zona umanitaria di Al-Mawasi, Khan Yunis”. Sempre secondo Adraee, “a partire da adesso, dichiariamo l’area costiera di Al-Mawasi zona umanitaria”.
L’ONU stima circa un milione di persone ancora presenti nella città, lanciando un grave allarme su un possibile “disastro imminente” a causa dell’offensiva. Secondo Al Jazeera, nella sola giornata di ieri oltre 50 palestinesi, tra cui sette bambini, sarebbero stati uccisi. Gli attacchi si sono concentrati anche nel campo profughi di Shati, dove sono morte dieci persone, compresi minorenni. Amnesty International parla di “conseguenze catastrofiche e irreversibili” per la popolazione palestinese, mentre le demolizioni e i raid continuano senza sosta.