
Il ministro della Difesa Guido Crosetto lancia un allarme sulla capacità del Paese di fronteggiare eventuali minacce esterne. «Avere una Difesa in grado di assolvere il proprio compito non è una scelta di natura politica, è uno dei prerequisiti di sopravvivenza di una nazione», ha scritto su X, sottolineando la necessità di potenziare le forze armate.
Crosetto ha ribadito che «non siamo in guerra, non la vogliamo e vorremmo che finissero quelle in corso. Non lavoriamo per prepararci a una possibile guerra, ma semmai per evitarla in ogni modo possibile». E ha ricordato che l’Italia ha sempre cercato di portare «parole di pace, razionalità e buon senso» nei consessi internazionali, nel solco della tradizione atlantica ed europea.
«Serve recuperare il gap»
Il titolare della Difesa ha riconosciuto che, dopo la fine della guerra fredda, era «logico diminuire gli stanziamenti», ma ha aggiunto che «è stato sbagliato superare una soglia che ci ha fatto scendere sotto un livello minimo accettabile di efficienza». Ora, secondo Crosetto, «occorre recuperare quel gap al più presto, in modo razionale, serio, efficiente ed economico».
L’ammissione: «Non siamo pronti»
Intervistato da Repubblica, Crosetto ha ammesso apertamente che il Paese non dispone di un sistema autonomo di difesa in tempi brevi: «Quanto tempo ci vuole per mettere l’Italia in condizioni di difenderci da un eventuale attacco esterno? Se ci attiviamo subito, prevedo sei anni. Dunque immagino nel 2031».
Il ministro ha precisato che il riferimento riguarda una difesa autonoma italiana, distinta dalle garanzie assicurate dall’alleanza atlantica. «Resta un fatto incontestabile: non siamo pronti. E io ho il dovere di dirlo».