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Willy Monteiro Duarte, Mattarella a 5 anni dalla morte: “Era un italiano esemplare, ucciso da una violenza cieca e brutale”

Pubblicato: 16/09/2025 13:48
Willy Monteiro Duarte Mattarella

Nel quinto anniversario della tragica morte di Willy Monteiro Duarte, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato a Colleferro per rendere omaggio al giovane ucciso durante un pestaggio mentre tentava di difendere un amico. Il capo dello Stato ha ricordato Willy come “un ragazzo esemplare”, sottolineando come il suo gesto di altruismo rappresenti un monito contro ogni forma di violenza cieca e insensata.
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Un ricordo che scuote le coscienze

Davanti alla comunità riunita nella piazza dedicata a Willy, Mattarella ha espresso parole di profonda commozione. “Willy è un italiano esemplare, insignito alla memoria della medaglia d’oro al valor civile per il suo coraggio e il suo altruismo. Siamo qui nel quinto anniversario perché non vogliamo dimenticare. Colleferro fa bene a proporre la sua memoria ai giovani e alla comunità”, ha dichiarato il presidente.

Secondo Mattarella, la storia di una comunità non può prescindere dal riconoscere i lutti e i sacrifici che l’hanno segnata. “Willy ha cercato di fermare una rissa per proteggere un amico, e la violenza si è scagliata contro di lui. Ricordarlo significa ribadire che non si può restare indifferenti di fronte all’ingiustizia”.

L’indifferenza come nemico della giustizia

Il capo dello Stato ha poi ammonito contro l’indifferenza, definendola “spregevole quanto la violenza stessa”. Ha spiegato che la violenza nasce spesso “dalla sfiducia in sé stessi e dalla rassegnazione” e che per contrastarla occorre rafforzare i legami sociali: “La violenza si sconfigge con la solidarietà, con le relazioni umane, con l’inclusione e il dialogo”.

Mattarella ha ricordato come ogni epoca storica sia stata attraversata dalla violenza, e che spetta alla società affrontare quella del proprio tempo: “Dobbiamo guardare alla violenza del nostro tempo per riuscire a contrastarla”.

Dare ai giovani un orizzonte di speranza

Nel suo discorso, il presidente ha richiamato l’attenzione sulla necessità di offrire ai giovani rispetto e prospettive. “I giovani meritano maggiore attenzione. Va ricordato loro e agli adulti che la violenza non è forza ma debolezza. Chi pensa di affermarsi con la violenza è destinato al fallimento”, ha affermato citando Benedetto Croce.

Mattarella ha poi evocato anche Martin Luther King, ricordando che “l’odio moltiplica l’odio e la violenza moltiplica la violenza”, mentre la pace nasce solo da un pensiero opposto, capace di spezzare il ciclo della sopraffazione. “L’umanità celebra da sempre chi ha diffuso umanità: tra queste persone c’è anche Willy”.

L’allarme sul clima d’odio e rancore

Mattarella ha infine rivolto un monito sul crescente clima di rancore e avversione che attraversa le società contemporanee. “Torna un clima di reciproco rifiuto che spesso sfocia nella violenza e giunge fino all’omicidio. Sui social e non solo, si amplificano parole d’odio, costruendo narrazioni che generano sfiducia e conflitti. Si rifiuta la realtà e si considera il diverso come un nemico da abbattere”, ha avvertito.

Secondo il presidente, questo atteggiamento rischia di rendere la violenza “ordinaria e banale”, fino a farne motivo di vanto. “Onorare Willy significa costruire un mondo dove l’amicizia non sia solo un legame personale, ma diventi fondamento della vita sociale”, ha concluso Mattarella, invitando a trasformare la memoria di Willy in un impegno collettivo contro ogni forma di odio.

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