
Nuovo colpo di scena nel caso Garlasco. La vicenda giudiziaria che da anni tiene l’Italia con il fiato sospeso si arricchisce di una svolta che fa discutere: la Procura di Pavia ha depositato la tanto attesa consulenza di Bloodstain pattern analysis (Bpa), l’analisi scientifica sulle tracce di sangue nella villetta di via Pascoli, teatro del delitto di Chiara Poggi il 13 agosto 2007. Un lavoro affidato a un esperto dei Ris di Cagliari che punta ancora una volta a chiarire la dinamica dell’omicidio e che vede protagonista Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, come indagato in questa nuova fase di indagini.
Le prime indiscrezioni parlano chiaro: la consulenza non ribalterebbe il quadro processuale già consolidato. La ricostruzione sembra confermare che ad agire sia stata una sola persona, come già stabilito dalla Cassazione che aveva condannato l’ex fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, a 16 anni. A rafforzare questa versione è intervenuto in diretta tv Gianluigi Nuzzi, durante “Dentro la notizia” su Canale 5: “Una ultim’ora sul delitto di Garlasco: è arrivata la relazione dei Ris, dei carabinieri di Cagliari, che hanno ricostruito le tracce nella villetta con una conclusione clamorosa”, ha annunciato Nuzzi. Poi ha aggiunto senza mezzi termini: “Dicono che in quella villetta ha agito un’unica persona, è chiaro? Quindi non ci sono due omicidi, due assassini, due o tre, ma nella villetta ha agito un’unica persona”.
Cosa cambia dopo l’ultima perizia: la verità si avvicina?
Per giungere a queste nuove valutazioni, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano sono tornati lo scorso 9 giugno nella villetta, grazie alla richiesta dei pubblici ministeri Giuliana Rizza, Valentina De Stefano e Stefano Civardi. Accesso che ha permesso rilievi tecnici, misurazioni precise con strumenti all’avanguardia e fotografie dettagliate, anche grazie all’uso di un drone che ha ricostruito ogni angolo interno ed esterno dell’abitazione.
Impronte, indizi e conferme: la scena del crimine sotto la lente

Nonostante la minuziosa attenzione ai dettagli, la nuova relazione ripropone i punti cardine dei vecchi processi. Centrale resta la famosa “suola”: secondo gli esperti, l’impronta a pallini trovata sulla scena era riconducibile a una sola scarpa, una Frau numero 42, misura compatibile con quella di Alberto Stasi. La documentazione fotografica e i nuovi rilievi, quindi, non avrebbero modificato la ricostruzione giudiziaria avallata dalla Cassazione.

Un caso che non smette di far parlare: la ricerca della verità continua
La nuova consulenza, firmata dal tenente colonnello Andrea Berti, sembra dunque confermare la solidità delle conclusioni raggiunte negli anni. Per la famiglia Poggi, che da quasi vent’anni cerca risposte definitive, il percorso verso la verità rimane una strada fragile e complessa, sospesa tra le sentenze e i nuovi colpi di scena mediatici che il caso continua a generare.
