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Autismo e vaccini, la bomba di Kennedy: “Perché tra gli Amish non ci sono casi di bimbi malati”

Pubblicato: 25/09/2025 12:01
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Un nuovo intervento del ministro della Salute statunitense Robert F. Kennedy Jr. ha riacceso il dibattito sul possibile legame tra vaccini e autismo. Durante un video diffuso sui social, Kennedy Jr. ha raccontato i risultati di uno studio condotto nella contea di Lancaster, Pennsylvania, una comunità nota per gli Amish, popolazione caratterizzata da stili di vita tradizionali e bassi tassi di vaccinazione.
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Secondo il giornalista e scrittore Dan Olmstedt, autore dello studio citato da Kennedy Jr., le proiezioni nazionali indicavano che nella comunità Amish avrebbero dovuto esserci circa 2.000 casi di autismo. Tuttavia, ne furono rilevati soltanto tre, tutti riguardanti bambini adottati provenienti da fuori comunità e già vaccinati. Questi dati hanno spinto Kennedy Jr. a sottolineare come la popolazione Amish, per la loro scelta di non vaccinare i bambini secondo i programmi standard, presenti un quadro epidemiologico molto diverso dal resto del Paese.

Il possibile legame tra vaccini e disturbi neurologici

Nel suo intervento, Robert F. Kennedy Jr. ha messo in evidenza come i dati raccolti aprano interrogativi sul rapporto tra vaccinazioni, ambiente, alimentazione, esposizione a farmaci e la comparsa di disturbi neurologici, tra cui l’autismo. Secondo il ministro della Salute, queste osservazioni richiedono ulteriori studi approfonditi per comprendere come fattori esterni possano influenzare lo sviluppo neurologico dei bambini.

Kennedy Jr. ha sottolineato in particolare il ruolo dei mitocondri, gli organelli cellulari responsabili della produzione di energia. Secondo il suo intervento, stress e alterazioni dei mitocondri potrebbero essere un meccanismo chiave attraverso cui fattori ambientali e farmacologici contribuiscono allo sviluppo di patologie come l’autismo.

La comunità scientifica e le critiche

Le affermazioni di Kennedy Jr. hanno riaperto un dibattito già acceso negli Stati Uniti e a livello internazionale. Numerosi esperti di epidemiologia, neurologia pediatrica e immunologia hanno ricordato che non esistono prove scientifiche consolidate che colleghino i vaccini alla comparsa di autismo nella popolazione generale. Tuttavia, lo studio sugli Amish, così come altri dati osservazionali su popolazioni non vaccinate, viene spesso citato dai sostenitori della necessità di ulteriori ricerche per chiarire possibili fattori di rischio aggiuntivi.

Critici del messaggio di Kennedy Jr. sostengono che basarsi su numeri così ridotti e su casi isolati non può fornire una base scientifica solida per inferenze generalizzabili. Altri, invece, vedono nell’intervento un’opportunità per rafforzare la trasparenza nella ricerca e approfondire la relazione tra fattori genetici, ambientali e immunologici nello sviluppo dell’autismo.

Implicazioni per la politica sanitaria

Il tema sollevato da Robert F. Kennedy Jr. tocca anche il piano della politica sanitaria e della regolamentazione dei vaccini negli Stati Uniti. La questione del consenso informato, della sicurezza dei vaccini e della comunicazione dei rischi è tornata al centro del dibattito pubblico, soprattutto in un contesto in cui le vaccinazioni pediatriche rimangono uno strumento fondamentale di prevenzione contro malattie gravi.

Kennedy Jr. ha sottolineato come la combinazione di ambiente, stile di vita e fattori biologici possa influenzare il rischio di patologie neurologiche, invitando a un approccio più personalizzato e attento alle condizioni individuali dei bambini.

Verso ulteriori studi

Il messaggio del ministro della Salute americano si inserisce in un quadro più ampio di discussioni scientifiche e sociali sul ruolo dei mitocondri, della dieta, dell’esposizione chimica e dell’uso di farmaci nello sviluppo dell’autismo. Kennedy Jr. ha ribadito l’importanza di approfondire questi aspetti con studi rigorosi e controllati, per garantire politiche sanitarie più sicure ed efficaci.

Il dibattito è destinato a continuare, con la comunità scientifica e i decisori politici chiamati a bilanciare le evidenze consolidate sulla sicurezza dei vaccini con la necessità di approfondire possibili fattori di rischio ambientali e biologici.

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