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Caso Garlasco, parla l’ex procuratore Venditti: “Offeso come uomo e come magistrato”. Poi l’appello a Nordio

Pubblicato: 26/09/2025 22:59

“Quello che è successo oggi con la perquisizione, al di là della gentilezza degli operanti, mi offende come uomo e mi offende come magistrato”. Così l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, finito nel registro degli indagati della Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari in relazione all’archiviazione del 2017 di Andrea Sempio, ora nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.

Venditti, intervenuto in diretta telefonica a Quarto Grado, ha difeso il proprio operato: “Ho servito lo Stato per 45 anni, anche in situazioni di pericolo. Per dieci anni sono stato sotto scorta e sotto tutela, non mi meritavo quello che sta accadendo. Io non ho mai preso soldi da nessuno né mai mercificato la mia funzione. Quando la verità emergerà, resterà comunque il danno all’onore che oggi è stato leso”.

Venditti e la lettera a Nordio: “Ispezioni la procura di Pavia”

Il magistrato ha raccontato di sentirsi “amareggiato, con il nome nel fango”, ma ha ribadito che rifarebbe la stessa scelta: “Archivierei ancora la posizione di Sempio”. Poi ha appoggiato l’appello del suo avvocato, Giuseppe Aiello, che ha scritto una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiedendo un’ispezione ministeriale alla Procura di Pavia.

Nella missiva, Aiello parla di un provvedimento “avvilente e sconfortante”: “Spero vi sia altro materiale che giustifichi una simile aggressione, con un massiccio impiego di uomini contro un incensurato servitore dello Stato. Altrimenti l’intero sistema giudiziario si destabilizza. Se un appunto rinvenuto in ambiente familiare di un indagato diventa sufficiente per un’accusa di corruzione, allora vale tutto, ma non parliamo più di Costituzione e garanzie”.

Il legale ricorda inoltre che Venditti non ha mai fatto il gip né disposto archiviazioni, ma si è occupato del fascicolo Sempio solo dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi nel 2015, in coassegnazione con un altro magistrato. La lettera denuncia anche le fughe di notizie: “Ancora prima che entrassi per assistere alla perquisizione, in tv scorrevano immagini e commenti sul caso. Altro che segreto investigativo: tutto avviene in diretta”.

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